Nota su Procedure di regolazione per la stabilizzazione dei collaboratori a progetto settore Call Center.
Sono pochissime le aziende che a tutt’oggi hanno dimostrato disponibilità ad incontrarsi con le organizzazioni sindacali, per affrontare la questione stabilizzazione nell’ambito dell’attività dei Call Center nella Provincia di Cagliari.
Mancano due mesi alla data fatidica del 30 Aprile 2007, data in cui scatteranno le prime ispezioni delle Direzioni del Lavoro, e su circa 45 richieste d’incontro solo due Direzioni si sono incontrate con Cgil, Cisl e Uil di Cagliari.
Nella Provincia di Cagliari sono presenti circa 70 Call Center di piccole, medie e grandi dimensioni ed il numero è in costante crescita.
La deregolamentazione del settore e l’uso indiscriminato delle forme più povere di contratti di lavoro parasubordinato, di fatto nasconde un fenomeno di dimensioni preoccupanti.
Il quadro complessivo è abbastanza allarmante e, nonostante la circolare n. 17 del Giugno 2006 e le ultime novità previste dalla Finanziaria Nazionale (legge 27 Novembre 2006 n. 296), non si sono create ancora le condizioni per favorire un clima di confronto costruttivo con le poche controparti che hanno accettato il confronto sindacale, per tentare di arginare l’uso scorretto delle collaborazioni a progetto nei call center determinando di fatto fenomeni di precarietà. Si tenga conto che, che nella Provincia di Cagliari, il numero degli addetti ai call center supera le 4000 unità.
Chiaramente si parla delle gestioni separate INPS nella forma privatistica delle “Co:Co.Pro, sarebbe veramente interessante, e prima o poi andrà affrontato in termini capillari, anche la questione delle Collaborazioni Coordinate Continuative ancora in essere nel settore degli enti locali, della Scuola e dell’Università che anch’esso sta assumendo dimensioni meritevoli di iniziative sindacali. In questo settore, con la scusa del blocco delle assunzioni per via del patto di stabilità e della scarsità di concorsi pubblici, la via maestra da seguire è la collaborazione “autonoma o il proliferare delle partite IVA che di fatto mascherano effettivi rapporti di lavoro SUBORDINATO.
Un ulteriore passaggio di approfondimento si terra il 20 di Febbraio con l’Api Sarda, successivo all’importante riunione seminariale che si è tenuta presso la Direzione Provinciale del Lavoro nei giorni scorsi, richiesta dalle OO.SS. e presieduta dal Dr. Cappai, Direttore Generale di Cagliari.
La presenza del Responsabile Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e la partecipazione di diversi ispettori del lavoro ha consentito di mettere a fuoco le varie criticità della vertenza di carattere Nazionale.
La Cisl di Cagliari, presente con il Segretario Confederale Mimmo Contu, il Segretario della Fistel Cisl( settore Telecomunicazioni) Alessandro Gardelli ed il Cooordinatore della Cisl del Medio Campidano Sergio Concas, ha evidenziato le difficoltà di addivenire ad accordi sindacali. Le aziende, semplicisticamente parlando, dichiarano di utilizzare contratti di collaborazione autonoma con finalità esclusive di Out Bound e che pertanto, almeno le poche incontrate finora, non hanno in previsione progetti di stabilizzazione con contratti di tipo subordinato, nonostante i vantaggi previsti dalla finanziaria Nazionale per le aziende che trasformano in contratti di lavoro dipendente , a tempo indeterminato o a termine , con durata in ogni caso non inferiore a 24 mesi.
Tanta curiosità d’incontrare il sindacato ma pochissima disponibilità ad avviare un confronto serio e costruttivo.
Le motivazioni delle aziende e dei consulenti del lavoro sono le più variegate:
1) acquisizione delle commesse da parte delle Committenti a prezzi stracciati;
2) instabilità e grande concorrenza del mercato;
3) impossibilità di fare progetti a lunga scadenza per via della debolezza degli appalti;
4) l’essere pagati a venduto non permette di avere dipendenti diretti.
La posizione dell’Ordine dei consulenti è di grande preoccupazione. La Presidente Nazionale, Dr.ssa Marina Calderone si è dichiarata molto sensibile al fenomeno e nettamente contro a tutte le forme di sfruttamento e di tutte quelle condizioni di irregolarità del rapporto di lavoro, ma essa stessa fa notare che quando i lavoratori percepiscono mediamente circa 4 €uro all’ora, si capisce quali siano le distorsioni di questa tipologia di lavoro……!
Come Cisl non ci sfugge il fatto che la logica del massimo ribasso nell’assegnazione degli appalti è un elemento che crea instabilità nella piccola impresa, ma siamo pienamente consapevoli, e lo stiamo denunciando da tempo, che questo fenomeno, laddove non è sottoposto a controlli e regole certe, ha generato un imbarbarimento delle condizioni di lavoro, assenza di tutele e una precarietà ormai insopportabile e da correggere immediatamente.
Maggiori profitti e minori rischi per l’impresa, questo è l’imperativo comune del fenomeno che caratterizza i call center.
Le nostre sollecitazioni all’ordine dei consulenti del lavoro, che gestiscono la gran parte delle aziende sul piano della normativa del lavoro, aveva come finalità di creare una forte sensibilizzazione nei confronti dei loro assistiti per aderire a momenti di confronto con il sindacato Unitario per cercare di capire reciprocamente le varie dinamiche aziendali e favorire percorsi gestionali graduali per una stabilizzazione condivisa.
Registriamo una forte sensibilità da parte del Governo Nazionale e della Direzione Provinciale del Lavoro di Cagliari, ma siamo consapevoli che occorreranno ulteriori richiami e impegno diffuso da parte di tutti i soggetti interessati, affinché, anche questa lodevole iniziativa governativa, fortemente voluta e sollecitata dal sindacato Confederale, non diventi un fallimento come la legge per l’emersione del lavoro in nero.
Essere conseguenti e operativi, significa non fermarsi all’emanazione della legge, ma bisogna vigilare e impegnarsi per ridare dignità e speranza di occupazione stabile a tanti giovani disoccupati e sfruttati.
Il Segretario Territoriale
Mimmo Contu