25/04/2007
I lavori del Consiglio generale del 24 aprile: una sintesi degli interventi
SINTESI LAVORI CONSIGLIO GENERALE CISL CAGLIARI 24 APRILE 2007

Pierpaolo Baretta ai lavori del Consiglio generale della Cisl di Cagliari.

Si è svolto il 24 aprile, a Cagliari, il Consiglio generale della UST di Cagliari, alla presenza del segretario generale aggiunto della Confederazione, Pierpaolo Baretta e della segretaria della USR, Oriana Putzolu.

All’ordine del giorno, gli adeguamenti dello Statuto della UST, la situazione politico sindacale e il confronto Governo Sindacati.

I lavori sono stati aperti dalla relazione del segretario generale della Cisl di Cagliari, Fabrizio Carta (testo completo della relazione sul sito www.cislcagliari.it sezione documenti), il quale ha tracciato un breve quadro della situazione socio economica delle due province Cagliari e Medio Campidano, mettendo in evidenza come la percentuale delle famiglie povere si attesta sul 20%, contro una media nazionale del 11%.
Bassi livelli retributivi dei lavoratori, forte incidenza del lavoro precario, atipico e del tempo parziale, livello delle pensioni assolutamente insufficiente impongono un rilancio della contrattazione nazionale e aziendale, tanto più in un territorio nel quale la dimensione delle aziende è molto ridotta, ed una rivalutazione dell’importo delle pensioni.
La relazione ha posto poi l’accento sui temi locali. La sicurezza nei cantieri, in provincia ben due morti nel giro di un mese, deve essere rimessa al centro dell’iniziativa sindacale per far sì che lo sviluppo si coniughi con le massime garanzie per i lavoratori, Le vertenze industriali (e non) del territorio: Scaini, Unilever, Mineraria Silius, Geoparco, Case di cura private, appalti delle mense e delle pulizie vanno sostenute perché la salvaguardia dei posti di lavoro deve essere al primo posto A parere del segretario, è però necessario mettere in piedi una manifestazione di carattere regionale, possibilmente unitaria, perché le diverse vertenze dei territori sardi siano viste in un’ottica più generale. La mancanza di una vera politica industriale da parte della Regione Sarda è, non da sola, una delle cause delle crisi, come è dimostrato dai dati sull’occupazione nel settore industriale e dal valore aggiunto del settore, percentualmente inferiori ai dati nazionali e delle regioni meridionali.
Infine, è stato dato conto dello stato dei rapporti con il Comune di Cagliari che reclama giustamente una diversa considerazione da parte della Regione, in ordine all’attribuzione delle risorse, ma la cui politica tariffaria non può essere condivisa perché prevede forti aumenti della tassazione locale. Ben undicimilioni di euro di maggior aggravio, ripartiti sulla tassa rifiuti solidi urbani, sull’ICI e sulle addizionali, senza che siano state concordate con il sindacato azioni per mettere al riparo i bassi redditi dagli aumenti.
Infine la relazione ha invitato tutti i componenti del Consiglio ad un forte impegno organizzativo nelle iniziative di CISL incontra e dell’assemblea organizzativa del prossimo mese.

Nel dibattito sono intervenuti Augusto Mameli della FNP, Antonello Battelli e Francesco Carta della FLAEI, Guido Deidda della FPS, Sergio Concas, coordinatore Medio Campidano, Nico Piras della FIT, Luca Vadilonga della Cisl Medici.
Oriana Putzolu, nel suo intervento, ha focalizzato l’attenzione sui rapporti con la Giunta regionale ed ha sintetizzato i tre interventi che la Cisl chiede a gran voce. La costituzione di un fondo per la non autosufficienza, l’approvazione di un piano per il lavoro, con la creazione del reddito di inserimento, dei provvedimenti contro la povertà ed una politica industriale più chiara da parte dell’esecutivo regionale.

Infine le conclusioni di Pierpaolo Baretta che ha affrontato il tema del confronto con il Governo: vi sono problemi di differenziazione all'interno del Governo. In esso appare preponderante il peso e il ruolo del ministro dell’economia Padoa Schioppa, in modo eccessivo rispetto all'azione del Governo che parla troppo e troppo a lungo della legge di bilancio: ben 8 mesi di discussione. Alla fine tutto si riconduce a Padoa Schioppa che ha sempre l'ultima parola. E' una distorsione. Di tesoretto se ne parla tanto e viene proposto di utilizzarlo tutti giorni. Darlo agli imprenditori? Così ha detto il ministro e questo è un errore. In Italia, però, esiste una questione sociale. I redditi sono schiacciati verso il basso, come dimostrano le statistiche, pur considerando la forte evasione fiscale. Difendere la famiglia è una cosa fondamentale e bisogna consentirne la costituzione attraverso adeguate politiche sociali. La povertà non è quella tradizionale, perchè i livelli sono diversi dal passato. L'acqua, per esempio, è un problema e la società dei consumi non va eliminata, ma ricondotta all'ambito della sostenibilità ambientale. Le classi meno abbienti e il mondo del lavoro hanno uno scarso rilievo, ma si parla solo di consumatore, anche nel dibattito politico. Bisogna rimettere al centro i problemi dei lavoratori e dei pensionati e la questione dei loro redditi. Per quanto riguarda l’unificazione sindacale accanto a quella politica essa non è all'ordine del giorno perché la Cisl non rinuncia alla sua autonomia e al suo pluralismo. Anche la discussione su alitalia e telecom si riduce ad un problema finanziario e il ruolo delle banche appare preponderante. Riguardo ai problemi di queste grandi azienda, Baretta ritiene che i capitali stranieri non si possono lasciare fuori, ma si domanda perché grandi aziende italiane come le Poste non comprano la Telecom o perchè l'Enel non investe in Italia. Si può pensare italiano, ma siamo in ritardo rispetto alla Spagna paese emergente e dinamico. La discussione con il Governo deve essere stringente su priorità: un accordo per dei risultati, poche cose ma concrete.
Il tesoretto è poco due miliardi sono pochi. L’extragettito è di 10 miliardi e bisogna far in modo che arrivi qualcosa in più alle parti sociali, anche perché vi sono 4 miliardi di contributi in più (derivanti dallo 0,30% e dall’aumento delle aliquote contributive dei collaboratori ) e di questi soldi ci si è dimenticati. Almeno per il futuro occorre invece che siano restituiti alla parte da cui provengono (lavoratori in testa), senza dimenticare che l’INAIL ha otto miliardi da spendere. Perciò ci sono margini economici per il sociale.
Il segretario aggiunto della Cisl propone quindi poche cose ma concrete:

L’estensione dei diritti a tutti, ai giovani e alle donne ( maternità ) compresi i lavoratori a tempo determinato.
Una posizione contributiva uguale per tutti, prevedendo costi ridotti per il riscatto della laurea.
La rivalutazione delle pensioni basse di chi ha versato contributi, differenziandole da quelle minime assistenziali e il superamento del divieto del cumulo.
La costruzione di un sistema universale di ammortizzatori sociali.
Sulla riforma delle pensioni, Baretta chiede il mantenimento degli attuali coefficienti, la cui revisione penalizzerebbe i giovani, e mentre il Governo sembra intenzionato alla sostituzione dello scalone con degli scalini (in ipotesi,1 anno ogni due anni), la Cisl rilancia con la quota 95, data dalla somma tra l’età e gli anni di contributi; si creerebbe una flessibilità in uscita che eviterebbe penalizzazioni pesanti, come nel caso della Legge Maroni. In conclusione, Pierpaolo Baretta ha richiamato l’esigenza che il sindacato dia risposte concrete ai lavoratori e riaccenda la speranza per un futuro migliore.

Il Consiglio si è concluso con l’approvazione all’unanimità di un documento.

Vedi anche www.cislcagliari.it