PIÙ LAVORO PIÙ INDUSTRIA
«BASTA CON LA PRECARIETÀ E LE INCERTEZZE»
E' lo slogan con il quale CGIL CISL UIL sarde stanno organizzando la manifestazione del 26 giugno prossimo. Oltre mille lavoratori sardi andranno a Roma per protestare contro le politiche industriali attuate dalla Regione Sarda e dal Governo. Gli obiettivi principali sono:
- attuazione degli accordi sull'energia ed il mantenimento degli impegni assunti dal Governo.
- attuazione dell'accordo sulla chimica siglato il 14 luglio 2003.
- attuazione delle intese sulle infrastrutture
- sottoscrizione di un accordo quadro di programma per il rilancio delle attività nei settori agroalimentare, nautico, tessile.
Il sistema produttivo sardo è da tempo interessato da una fase di ristrutturazione delicata che ha generato una significativa contrazione degli impianti industriali e conseguentemente della base occupazionale.
Sono ben 36 le realtà aziendali che nel corso dell’ultimo anno hanno evidenziato una condizione di difficoltà che ha portato al blocco degli impianti, ed in alcuni casi alla chiusura definitiva, e conseguentemente alla cancellazione di alcune mi-gliaia di posti di lavoro.
Oltre 6000 lavoratori sono coinvolti in questo processo e per molti di questi il rientro al lavoro appare problematico.
Per molte aziende la crisi ha ormai assunto un carattere irreversibile con effetti devastanti sul piano occupazionale e soprattutto sulla tenuta del livello economi-co e sociale del territorio.
Ne fa fede la caduta del PIL dell’industria come anche il calo dell’indice degli oc-cupati che ha avuto in Sardegna la peggiore performance tra le Regioni del Sud.
L’industria sarda esprime tuttora una capacità di produrre ricchezza stimata at-torno al 14% a fronte di un dato medio nazionale del 23%.
Il tasso di occupazione dell’industria sul totale degli occupati a livello nazionale si attesta attorno al 32,3%, mentre a livello sardo si ferma al 23,1%. Tale dato ri-sulta tra i peggiori anche rispetto alla media delle regioni del Mezzogiorno che segnala un valore pari a 24,4%.
Peraltro la media di occupati nel 2006 risulta la peggiore in assoluto essendo passata dal 26,6% del 2004 al 23,1 attuale e risulta diminuita quindi di 3,5 punti percentuale in tre anni, mentre in pari periodo lo scostamento nelle due aree di riferimento, nazionale e Mezzogiorno, la diminuzione nell’ultimo quadrimestre 2006, si esprime con una frazione di punto. Il fatturato dell’industria è diminuito del 4,3% e sono calati gli ordinativi del 10%, mentre siamo in presenza di una contrazione degli investimenti del 4,5%.
Di ciò peraltro ne dà una drammatica testimonianza il recente accordo sugli am-mortizzatori in deroga che interessano ben 1580 lavoratori tutti provenienti da diverse attività industriali.
Tutti i settori risultano interessati da un progressivo declino produttivo a partire dal tessile passando per il minerario-metallurgico, per l’agro-alimentare, sino al comparto chimico e metalmeccanico.
Molte le cause, alcune promananti, della mancata soluzione di questioni annose che seppure cognite ai diversi livelli istituzionali, regionale e nazionale, ed oggetto di significativi accordi, non hanno goduto di fatto della puntuale e fattiva attenzione nella loro attuazione.
CGIL CISL UIL DELLA SARDEGNA NEL DENUNCIARE LA GRAVITÀ DELLA SITUAZIONE SOL-LECITANO LA GIUNTA REGIONALE ED IL GOVERNO, A DARE CONTINUITÀ AGLI IMPEGNI ASSUNTI ED IN MODO PARTICOLARE AD ATTUARE TUTTE LE MISURE INDIVIDUATE E CONCORDATE.
In modo particolare CGIL CISL UIL chiedono:
·L’attuazione degli accordi sull’Energia ed il mantenimento degli impegni assunti in sede ministeriale, l’ultimo in ordine di tempo il 31 ottobre 2006 dal Ministro Bersani.
La soluzione al problema, correttamente definita nell’accordo del 19 dicembre 2003, a palazzo Chigi a Roma e pregiudiziale per il rilancio dell’intero com-parto minerario-metallurgico e, più in generale, dell’intero comparto indu-striale.
.Attuazione dell’Accordo sulla Chimica siglato a Roma il 14 luglio 2003.
Il mantenimento dei siti chimici e il loro consolidamento costituisce il presupposto essenziale per rilanciare l’industria isolana. Sinora l’Accordo, per indub-bie responsabilità della Giunta e soprattutto del Governo, ha accumulato un ritardo che può risultare pregiudizievole per l’intero sistema isolano.
Occorre pertanto superare tutti gli ostacoli e dare corso immediato agli impegni sottoscritti, compreso il Piano di Bonifica delle aree compromesse.
·Attuazione degli Accordi sulle infrastrutture. La qualità delle dotazioni infra-strutturali è giudicata insufficiente ed inadeguata a supportare e sostenere il rilancio dell’economia isolana ed attrezzare il territorio ai fini produttivi.
·Sottoscrizione di un APQ a sostegno delle attività produttive. In occasione dell’incontro a Cagliari il 24 luglio 2006 tra il sottosegretario Letta e CGIL CISL UIL Sardegna, si convenne sulla opportunità di inserire tra i punti della nuova Intesa Istituzionale:
. localizzazione in Sardegna di imprese d’eccellenza finalizzate dallo Stato;
. sostegno alla localizzazione delle industrie elettromeccaniche per la pro-duzione di energia da fonti rinnovabili;
. localizzazione in Sardegna di industrie innovative;
. APQ a sostegno del tessile, dell’agro-alimentare e della nautica.