26/06/2007
Convegno Unitario Medio Campidano: l'intervento di Sergio Concas
CONVEGNO CGIL CISL UIL

“ LAVORARE INSIEME
a una
nuova IDEA
di SVILUPPO

Si è svolto nei giorni scorsi un importante convegno unitario teso a rilanciare lo sviluppo della nuova provincia. La relazione introduttiva è stata affidata a Carmen Marongiu della CGIL, le conclusioni a Francesca Ticca della Uil . Son intervenuti anche diversi amministratori comunali, la Confindustria, il presidente della Provincia del Medio Campidano.
Per la Cisl è intervenuto il coordinatore Sergio Concas:

Rinnovo il saluto ai presenti e li ringrazio per la partecipazione a questo convegno che, come ha avuto modo di specificare Carmen Marongiu nella sua relazione, riveste per il Sindacato del Medio Campidano una fondamentale importanza. Abbiamo avuto modo di esporre in tante occasioni che, una Provincia come la nostra, piccola, costituita in prevalenza da piccoli Comuni, con un forte tasso di disoccupazione, specialmente giovanile e femminile, ha una grande necessità di riunire attorno ad un progetto condiviso tutte le rappresentanze della Provincia, quelle politiche, istituzionali, sociali ed imprenditoriali.
La situazione economica e sociale del Medio Campidano, come ha puntualizzato la relazione, è analoga a quella delle altre province sarde. I ritardi dei fattori dello sviluppo incidono però in misura maggiore che altrove: il costo dell’energia, la mancanza di una rete viaria vecchia e inadeguata alle necessità del territorio, un sistema creditizio arretrato,una pubblica amministrazione poco efficiente, un sistema scolastico e formativo da rivedere, la precarietà del lavoro, soprattutto in un territorio dove l’82%dei dipendenti opera in aziende con meno di 19 unità e di questi il 70% in aziende sotto i 10 dipendenti, e solo il 18% opera in aziende con più di 20 unità, rappresentano ostacoli determinanti che condizionano negativamente la situazione economica e sociale.
Di fronte a questi parametri occorre individuare strategie e strumenti che consentano il superamento di questi ostacoli.
Il Medio Campidano ha una sua specificità e questa ci deve consentire di individuare una propria e giusta collocazione all’interno delle problematiche della Regione Sarda, a pari dignità di tutti gli altri territori e delle altre province.
Sappiamo che le cose non vanno proprio così. Altri territori hanno, purtroppo, maggior ascolto e maggiori attenzioni, e questo capita anche a livello sindacale.
I problemi del lavoro, dell’occupazione, dell’efficienza dei servizi sociali, ma in genere tutto ciò che attiene allo sviluppo, devono essere affrontati con lo stesso impegno dal Governo, dalla Regione e da tutte le istituzioni, con lo stesso impegno.
Su questo terreno, CGIL, CISL, UIL, del Medio Campidano saranno determinate e metteranno in campo tutte le capacità e le risorse per rilanciare uno sviluppo equilibrato, l’occupazione del territorio e far uscire i lavoratori, i pensionati, i disoccupati, i precari, i giovani e le donne da una situazione sempre più difficile.
Una nuova Provincia, magari mal sopportata da qualcuno, forse anche dalla Regione, contrastata da qualche gruppo organizzato che cerca di vanificare una conquista fortemente voluta dal territorio,è stata creata, esiste e bisogna farla funzionare. Per questo occorre agire all’unisono, perché nonostante 28 Comuni e 105000 abitanti costituiscono una piccola entità bisogna far in modo di superare le rivalità, i campanili e le diatribe paesane, unirsi per rivendicare una maggiore attenzione da parte dello Stato e della Regione.
Il sindacato, prima ancora del Convegno di Sanluri del 17 febbraio 1992, che aveva sancito ufficialmente la rivendicazione per la costituzione della Provincia del Medio Campidano, aveva tracciato un progetto nuovo, con nuove direttrici dello sviluppo, che in parte riconfermiamo, perché ancora attuabile, e che richiamava il coinvolgimento popolare, dei Consigli Comunali, delle rappresentanze sociali, proprio perché le decisioni dovevano essere prese con un consenso più diffuso possibile.
Ed è questo lo spirito ed il metodo che vogliamo impostare per sovvertire la tendenza che sta pesando tanto sul territorio e che contribuisce ad incrementare l’emigrazione dei giovani, che sempre più lasciano il territorio, e lo spopolamento e l’invecchiamento dei nostri paesi.
Nel corso degli anni,il Sindacato ha portato avanti tante iniziative proprio a sostegno dei suoi progetti, certamente con risultati non all’altezza dell’impegno speso.
Oggi noi riproponiamo la stessa ricetta che passa attraverso l’unione delle forze sociali, politiche ed imprenditoriali, per rilanciare lo sviluppo economico e sociale di un’area debole e per valorizzare le potenzialità esistenti.
Una provincia così piccola deve abituarsi a lavorare insieme e soprattutto a fare lavorare insieme i Comuni, che si devono consorziare almeno per quelle iniziative di interesse comune, per i servizi socio sanitari, per le intraprese produttive, per le iniziative di stabilizzazione del lavoro, per le attività di alcuni settori, quali quello turistico museale e culturale, per la raccolta differenziata ed altre.

Il Sindacato unitariamente intende impegnarsi a fondo ed offre tutta la sua disponibilità ed offre il suo contributo per la definizione del Piano Strategico Provinciale.
Esso, come ha puntualizzato la relazione, deve puntare al mantenimento ed al rilancio produttivo di un’industria riqualificata e rispettosa dell’ambiente.
Uno sviluppo del territorio basato sull’industria, sull’agricoltura qualificata e strettamente legata alla lavorazione e commercializzazione dei suoi prodotti, e su un turismo di qualità che punti a valorizzare tutte le sue potenzialità, dalle bellezze delle coste a quelle culturali e termali, in stretto collegamento tra loro.
Il nostro obiettivo deve essere quello di favorire, accrescere e sostenere tutte le iniziative che si possono attivare per valorizzare le nostre risorse.
Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo lavorare tutti insieme, tutte le espressioni del mondo produttivo, finanziario e bancario, del mondo sociale, scientifico, di quello amministrativo, istituzionale e politico; tutti insieme devono collaborare e trovare le necessarie sinergie per sostenere la crescita delle nostre imprese, la loro permanenza e la loro sempre maggiore competitività sui mercati internazionali.
Fare ciò significa rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo del sistema produttivo, investendo in termini di efficienza della Pubblica Amministrazione, per la realizzazione delle infrastrutture, per garantire una formazione continua, per la ricerca. Significa creare le condizioni per la crescita di tutto il tessuto economico e sociale ed occupazionale della Provincia.
Siamo coscienti che in questa sfida ci dobbiamo impegnare tutti quanti, ognuno secondo le proprie competenze e responsabilità.
Occorre rinnovarsi investendo in primo luogo in ricerca e formazione: sono questi, infatti, i fattori determinanti per sostenere positivamente le sfide imposte dalla competizione.
Abbiamo bisogno di infrastrutture moderne perché la competizione impone una logistica efficiente.
Dobbiamo valorizzare i nostri sistemi di comunicazione. Abbiamo bisogno di energia a costi competitivi e di una Pubblica Amministrazione efficiente: troppe leggi e norme, infatti, ostacolano la realizzazione dei progetti; troppi passaggi burocratici inibiscono spesso l’attività delle imprese.
Oggi, per attrarre investitori e stimolare la nascita di nuove imprese non sono sufficienti soldi a fondo perduto, è indispensabile avere a disposizione un insieme di fattori soprattutto immateriali che danno un plus ad un territorio rispetto ad un altro: un livello della qualità della vita, il fattore Pubblica Amministrazione, una snella normativa locale, una qualità dei servizi, manodopera specializzata, la carta dei servizi del territorio, un rapporto continuo tra scuola, università e Territorio, la presenza di infrastrutture tecnologicamente avanzate.
In questo contesto e con queste finalità, un ruolo importante lo potrà giocare il Sindacato, con un rapporto di interlocuzione continuo, una serie di collaborazioni tra imprese e sindacato e istituzioni. Il sindacato e le associazioni datoriali potranno produrre risultati concreti e utili allo sviluppo delle imprese, delle professionalità dei lavoratori,e, possono contribuire, in definitiva, alla crescita del tessuto sociale ed occupazionale.
Per questo è necessario definire il protocollo di governance con la Confindustria e con l’API sarda per contribuire al consolidamento dell’apparato produttivo ed al rilancio dello sviluppo industriale dell’area del Medio Campidano, nella convinzione che l’industria rappresenti un tassello fondamentale per il rilancio dell’economia.
Ma questo non basta, occorre definire un vero”PATTO PER LO SVILUPPO” tenendo aperto il tavolo provinciale per l’economia e l’occupazione. Un patto che coinvolga la Regione, la Provincia, tutte le Amministrazioni Locali, le parti sociali, l’Università, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali e di rappresentanza, per condividere obiettivi e linee strategiche, rafforzando le forme di concertazione e di programmazione, per una condivisione forte del progetto di rilancio e valorizzazione del territorio.