26/06/2007
Pieno successo della manifestazione della Cisl di fronte al Consiglio regionale.
Pieno successo della manifestazione regionale, organizzata dalla Cisl regionale, con un sit in di 400 lavoratori sotto il palazzo del Consiglio regionale. Dopo un breve comizio del segretario della USR, Mario Medde, che ha riepilogato le motivazioni dell'iniziativa, una delegazione, costituita dalla segreteria USR, dai segretari delle UST, dai segretari regionali dell'industria e da alcuni delegati delle aziende in crisi, è stata ricevuta, dapprima dai capigruppo della maggioranza, poi da quelli della minoranza ed infine è stata audita dalla commissione per l'industria, presieduta dall' on. Giagu.
Come è noto, CGIL CISL UIL avevano programmato una manifestazione a Roma per il 26, per il rilancio della industria e per l'applicazione degli accordi sulla chimica e sull'energia: manifestazione sospesa a causa di una convocazione, per il momento solo verbale, da parte del Governo, prevista per il 10 luglio sull'intesa istituzionale e sulle attività produttive.
A parere della Cisl, in attesa dell'incontro romano e per fare in modo che esso non rimanga un appuntamento prefestivo, occorre tenere alta la guardia e la mobilitazione, Una mobilitazione di tutti, forze sociali, sindacati, forze politiche regionale e parlamentari sardi. Il rilancio dell'industria è talmente importante che vi deve essere un impegno straordinario comune.
La Giunta, ha affermato Medde, si è sicuramente e fortemente impegnata sulle emergenze (di questo gliene va dato atto), ma occorre inquadrare il problema "industria" in un ambito complessivo e in una strategia generale.
36 aziende in crisi, posti di lavoro persi, precarietà e povertà diffuse: senza industria - e su questo hanno convenuto i deputati regionali di tutti i gruppi - non ci può essere accumulazione di ricchezza. Difendere l'esistente è importante (Unilever, Legler etc.), ma occorre una strategia complessiva sull'energia (che non riguarda solo il Sulcis) e il rispetto dell'accordo sulla chimica del 2003.
Inoltre la Cisl chiede un accordo di programma su tessile, nautica e agroalimentare.
La Cisl chiede perciò che la vertenza industria, rilanciata unitariamente dai sindacati (che marciano divisi ma colpiscono uniti) diventi una vertenza di tutti i sardi nell'interesse generale e a questo proposito chiede che sia convocata una seduta straordinaria del consiglio regionale (prima del 10 luglio) sulla problematica, con la presenza e la partecipazione dei delegati delle industrie in crisi.
Questa proposta è stata accolta da maggioranza ed opposizione e questa potrebbe essere anche l'occasione di riprendere il filo unitario interrotto e che le forze politiche intervenute hanno auspicato.
Dunque, i primi risultati dell'azione incisiva della Cisl, si sono già colti: attenzione dell'opinione pubblica sulla vertenza, sensibilizzazione dei consiglieri regionali che, sia pure con diverse sfumature, hanno solidarizzato con la Cisl e soprattutto con il problema, rilancio di un'azione unitaria nei confronti del Governo.
Rimane la spaccatura sindacale che è però solo sui metodi e non sul merito. Ma non mancherà occasione, prima del 10 luglio, di ricucire i rapporti, nell'interesse primario dei sardi e dei lavoratori. La posta in gioco è molto alta e ne va dello sviluppo e dell'occupazione dei sardi. Il Governo e la Regione devono dare risposte adeguate alle proposte sindacali: salvare le aziende in crisi, salvaguardare l'occupazione, costruire un sistema industriale efficiente e moderno.
nota a cura della Cisl di Cagliari