In relazione ai fenomeni di inquinamento verificatisi nel Golfo di Cagliari, il tavolo di Governance ha diramato un comunicato stampa:
Comunicato Stampa
CGIL CISL UIL E CONFINDUSTRIA
TUTELA AMBIENTALE: EVITIAMO I CONFLITTI INTERNI
Nell'ambito delle attività previste nel Progetto di Governance 2, per lo sviluppo e la competitività dell'area Cagliaritana, si sono incontrate ieri a Cagliari, nella sede della Associazione Industriali Province della Sardegna Meridionale, le rappresentanze della Confindustria e delle Organizzazioni sindacali territoriali, CGIL, CISL e UIL.
Nel corso dell'incontro è stata esaminata la situazione del comparto industriale della Sardegna meridionale nel cui territorio operano importanti imprese che svolgono un ruolo fondamentale di volano economico. Aziende che vanno incoraggiate al massimo rispetto dell’ambiente, ma che devono essere supportate nello svolgimento della loro attività.
Confindustria ed Organizzazioni Sindacali hanno concordato sul fatto che un corretto sviluppo economico non possa che passare attraverso una crescita equilibrata ed integrata dei diversi settori produttivi: industria, turismo ed agricoltura. Un processo possibile e percorribile con successo come dimostra lo sviluppo registrato, in questi ultimi cinquant' anni, dalla parte sud occidentale del golfo di Cagliari.
Ma è opinione comune dei sindacati e della Confindustria che lo sviluppo sia strettamente collegato con una politica che rilanci l’industria, che difenda i siti produttivi esistenti e che punti all’ allocazione in Sardegna e nella provincia di Cagliari di aziende e di intraprese moderne, efficienti e rispettose dell’ambiente.
Lo sviluppo locale deve essere concepito come efficienza e funzionalità del sistema i cui parametri di riferimento devono essere economici, tecnologici, formativi, di assetto del territorio e tutela ambientale.
L'ambiente è infatti una risorsa primaria della collettività.
La tutela dell'ambiente, tuttavia, non significa blocco indiscriminato delle attività dell' uomo, ma significa destinare la maggiore quantità possibile di risorse umane, finanziarie e tecnologiche per far si che una armonica crescita delle attività economiche del territorio si coniughi con una corretta politica ambientale.
Per affrontare i problemi ambientali emergenti è indispensabile sviluppare una capacità di gestione ambientale integrata ed attivare processi idonei per accrescere la consapevolezza delle implicazioni dello sviluppo sostenibile e la definizione di modelli comportamentali corretti.
Vanno perciò intensificati i controlli sui potenziali rischi e sui livelli di inquinamento dell' atmosfera, del suolo e delle acque interne e marine; vanno potenziate le dotazioni degli enti preposti alle attività di tutela
dell' ambiente, vanno destinate maggiori risorse alla ricerca di base ed a quella applicata; va incentivato l'utilizzo di nuove tecnologie ecocompatibili da parte delle aziende; vanno messe in funzione le strumentazioni di controllo e monitoraggio già esistenti, ma finora poco o male utilizzate.
Vanno infine rafforzate le misure punitive nei confronti di imprese e paesi che si rifiutino di adottare o che violino le misure legislative e le convenzioni internazionali in materia di tutela ambientale.
La globalizzazione dei mercati, la intensificazione dei traffici marittimi, il prepotente affermarsi sui mercati internazionali di nuovi Paesi, ancora tuttavia ben lontani dal raggiungere livelli accettabili in materia di tutela ambientale, di sicurezza e tutela della salute sui luoghi di lavoro, impongono l'adozione di urgenti provvedimenti volti a tutelare non solo l'ambiente ma anche le imprese che sul nostro territorio operano e che impegnano ingenti risorse in questa direzione.
I recenti casi di inquinamento da sostanze oleose nelle acque del golfo di Cagliari dimostrano quanto sia urgente l'adozione di tali misure.
La posizione della Sardegna al centro del Mediterraneo rappresenta non solo un’opportunità di sviluppo ma anche un rischio, conseguente al numero incredibilmente alto di navi e di ''carrette dei mari'' che, pur non arrivando nei nostri porti, circolano ancora impunemente trovando ospitalità nei porti di numerosi altri paesi rivieraschi o d' oltre oceano.
Non è pensabile che il problema dei comportamenti illeciti tenuti dalle navi al largo delle coste salti agli onori della cronaca per le aleatorie bizze metereologiche, per la presenza o meno di questo o quell’altro vento. E’ di tutta evidenza infatti che le navi che puliscono le cisterne dai liquami oleosi agiscono in mare aperto consapevoli dell’assenza di controlli, ben presenti, al contrario, nelle acque territoriali.
Confindustria ed Organizzazioni sindacali sollecitano perciò il coinvolgimento dei massimi sistemi politici ed istituzionali locali, nazionali ed internazionali, onde sviluppare sinergie ed integrazioni a livello di bacino per monitorare ampie porzioni del mare Mediterraneo, al fine di trovare una seria soluzione al problema evitando, come purtroppo accade anche in questi giorni, con i sospetti sollevati nei confronti della SARAS, di individuare con troppa leggerezza i responsabili, e trovando, secondo un costume tipicamente nostrano, il nemico in casa nostra, perpetuando così una logica perversa di conflitto interno che rischia di rendere ancora più precaria la condizione economica e sociale del nostro territorio.
E’ necessario dunque aprire un confronto aperto e senza pregiudizi sul ruolo dell’industria e sul rapporto difficile tra ambiente e industria, tra sviluppo e lavoro, nel quale coinvolgere in maniera seria l’intera opinione pubblica.
Su questo aspetto CGIL, CISL, UIL e Confindustria faranno la loro parte. Già oggi è stato richiesto un incontro all'Amministrazione Provinciale di Cagliari al fine di definire le prime misure urgenti di prevenzione e controllo da attuare.