In risposta all'articolo dell'Espresso, uscito nei giorni scorsi, pubblichiamo un intervento di Giancarlo Panero, Presidente dell'INAS.
PATRONATO: Panero (Inas Cisl), "Senza il nostro lavoro molti perderebbero i propri diritti"
05/08/2007
Il patronato Inas-Cisl risponde all’articolo di Stefano Livadiotti, pubblicato sull’Espresso di questa settimana, in cui si traccia un attacco generale al ruolo del sindacato nel nostro Paese. “Un attacco, spiega il presidente del patronato Giancarlo Panero, che fa da contraltare a quello contro la classe politica, oggi sotto accusa per il suo rapporto distonico con i suoi elettori”.
“L’articolo necessita di alcune precisazioni, a partire da quella per cui ai patronati si attribuisce una convenzione con l’Inps. In realtà, il nostro ruolo è ben diverso: per dettato costituzionale, infatti, a noi è affidata la tutela di parte dei lavoratori, che approda anche – in alcuni casi – al contenzioso con l’ente previdenziale. La nostra missione è stata riconfermata anche dalla sentenza con cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il referendum abrogativo contro i patronati, proposto dai Radicali”, sottolinea Panero.
“Crediamo fermamente nel valore del nostro lavoro – dice il presidente dell’Inas – che portiamo avanti anche attraverso una rete di servizi di assistenza per gli Italiani all’estero, che avrebbero seri problemi senza il nostro aiuto, a causa dell’attuale riduzione delle strutture consolari. Siamo ugualmente orgogliosi di contribuire al mantenimento e all’incremento degli iscritti alla Cisl, perché questo significa che viene apprezzata la qualità del nostro lavoro”. Per quanto riguarda il finanziamento dei patronati, Panero precisa: “Tutti i bilanci hanno la supervisione del Ministero del lavoro, cui sono affidati i compiti di vigilanza nei nostri confronti. Questi soldi servono a coprire solo una parte del servizio offerto da oltre 1.200 operatori dell’Inas in Italia e all’estero – che realizzano due milioni e mezzo di contatti all’anno da cui si attivano circa un milione di pratiche - e da più di 8.000 lavoratori di tutti i patronati, che operano spesso in zone dove lo Stato non fornisce questo tipo di assistenza. C’è da chiedersi quanto tutto questo costerebbe, se fosse affidato alla pubblica amministrazione. Per non parlare del fatto che lavoratori, immigrati e pensionati, senza il nostro aiuto gratuito, potrebbero essere tutelati solo pagando dei consulenti. Sarebbero in molti, in tal caso, a non poter far valere i propri diritti”.
Panero sottolinea, infine, che “tutta la nostra attività è condotta in totale trasparenza. Lo dimostra il nostro bilancio sociale, alla sua terza edizione quest’anno: è un modo per rendere conto di quanto facciamo, ai nostri interlocutori istituzionali e non. Interlocutori che, per tre anni, ci hanno confermato la loro fiducia: i bilanci pubblicati hanno infatti registrato il 98% di utenti soddisfatti dei nostri servizi, il riconoscimento della qualità del nostro lavoro da parte degli Enti previdenziali e l’approvazione delle strutture della Cisl”.
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