Intervista di Conquiste del lavoro al segretario generale della Cisl di Cagliari. Nella sezione documenti il testo in formato PDF.
Il segretario della Ust Fabrizio Carta indica le priorità: dal lavoro ai trasporti
La strategia cislina per il rilancio del cagliaritano
CAGLIARI (nostro servizio). Conquiste del Lavoro 28 Agosto 2007
Forse non diventerà mai capitale del Mediterraneo, ma un protagonismo economico e culturale la città di Cagliari in Sardegna deve averlo.
Una collocazione che non si acquisisce per diritto divino e meriti storici, ma si conquista ogni giorno sul campo. Come?
Fabrizio Carta, segretario generale della Cisl territoriale (città e hinterland, Gerrei, Sarrabus, Medio Campidano) indica le tappe della marcia del capoluogo verso la leadership regionale. ”Intanto diventare un punto di riferimento autorevole in campo politico-istituzionale. Inoltre - aggiunge il sindacalista – città e provincia dovranno proporsi con un ruolo di coordinamento generale dei problemi sociali, dei trasporti, del commercio, turismo, della valorizzazione delle infrastrutture. Tutto questo senza rivendicare egemonie sciocche e presuntuose.
Una città, che vede entrare ogni giorno nella sua cinta daziaria 200 mila persone, deve porsi il problema di come affrontare, insieme con le altre municipalità, le emergenze abitative, di traffico e di servizi alla cittadinanza, e non può stare alla finestra in attesa che siano altri a decidere per lei. Noi da tempo diciamo
che Cagliari deve essere o, per lo meno, agire come una città metropolitana. Tanto più alla vigilia della predisposizione del piano strategico comunale, che deve uscire dalla genericità ed entrare nel merito delle questioni”. In otto punti la ”strategia-Cisl” per la rinascita e il rilancio del cagliaritano in proiezione regionale. Priorità quasi assoluta ai trasporti, non solamente perché sempre croce e mai delizia dei cittadini, ma in quanto snodo fondamentale di interventi che creano occupazione.
”Una rete integrata dei vettori con una sorta di autority che coordini - dice Fabrizio Carta - i diversi progetti
in cantiere (metropolitana di superficie, sottopasso di via Roma, modifiche alla viabilità) in modo da alleggerire la circolazione delle auto private e favorire l’utilizzo del mezzo pubblico”. Altro obiettivo la ripresa dei traffici nel porto storico, anche attraverso l’applicazione alla Sardegna delle autostrade del mare, che consentirebbe di rivitalizzare le rotte da e per Cagliari.
”Il 50-60% delle merci sbarca a Olbia e raggiunge il Sud su trasporto gommato con i rischi che ben conosciamo nella superstrada Carlo Felice”.
Atteso per trent’anni, realizzato con investimenti faraonici, il porto container sembra un corpo estraneo alla città e non è ancora diventato la terra promessa dell’economia cagliaritana.
”Si sviluppi almeno una rete intermodale nella quale abbia il suo ruolo - propone ilsindacalista - anche la ferrovia statale. In caso contrario non potrà mai crescere l’occupazione, oggi concentrata solo sul terminal. Per restare in tema trasporti, altra sinergia necessaria tra Sogaer(società che gestisce l’aeroporto di Elmas), Comune e Provincia, Università, Teatro Lirico, Fiera internazionale della Sardegna: è inutile pensare di far aumentare i voli low cost senza che Cagliari e il suo hinterland si attrezzino per la fruizione
dei beni turistici e ambientali”. Entrare e uscire dalla città è diventato pericoloso
oltreché a rallentatore. Il sindacato da tempo chiede che le strade statali 195, 554 e 125 siano messe in sicurezza per fermare la lista degli incidenti e snellire il traffico asfissiante, autentica palla al piede per turismo e industria. Tra i misteri di un’economia che vuol fondarsi sulla risorsa-mare, l’assenza di un bacino di carenaggio degno di questo nome per la manutenzione delle navi che incrociano su Cagliari
e nei porti sardi. ”L’occupazione in questo settore non si crea - aggiunge Carta – solamente con contratti di lavoro Tirrenia, per altro pochi per i sardi, ma anche nelle infrastrutture di terra, oggi lacunose e deficitarie”. L’infrastrutturazione del territorio: ecco un altro capitolo che sta molto a cuore ai dirigenti sindacali,
anche perché nuovo volano di sviluppo e lavoro. Sono da costruire o riqualificare
l’Ospedale Marino, Tuvixeddu, il sottopasso di via Roma,le zone militari della Sella del Diavolo e Monte Urpinu, il museo del mare, la metropolitana leggera, il tapis roulant da e verso i quartieri storici, la Manifattura tabacchi, il porto e l’aeroporto. ”Con questi interventi la città diventerebbe il salotto buono della Sardegna allungato nel Mediterraneo”.
Il segretario Cisl vuol mettere la ciliegina dei beni culturali su questa torta, che richiede non solamente investimenti notevoli, ma anche non comune sensibilità politica e amministrativa. ”L’esperienza
di monumenti aperti dimostra che su questa materia c’è un grande interesse dei cittadini.
Ma non basta aprire le porte dei suoi tesori artistici e ambientali un giorno all’anno.
Ci vogliono investimenti per trasformare la città in un unicum culturale continuativo,che richiami i cagliaritani e soprattutto i turisti, oggi prevalentemente fermi alla fruizione delle zone costiere. In
questo senso può svolgere un ruolo decisivo e di traino il Teatro lirico, la cui importanza è
riconosciuta anche attraverso i dati del 5 per mille: percentualmente è uno dei teatri italiani che ha riscosso la maggior quota di adesioni, a dimostrazione di quanto sia vissuto e amato dai sardi”.
Mario Girau
Tutti i numeri del territorio
CAGLIARI(nostro servizio). Secondo dati recenti nella provincia di Cagliari (quella storica) ci sono 36 mila disoccupati, oltre la metà donne. Il tasso di disoccupazione è pari all’11,1%(10,8% regionale, 6,8% nazionale). Il tasso di occupazione provinciale è del 51,8% contro il 58,4% nazionale il 52,3%
regionale. Il tasso di occupazione femminile è tra i più bassi rispetto alle medie regionali
e nazionali(37,9% a Cagliari, 38,2% in Sardegna, 46,3% in Italia). Cagliari è tra le città a maggior rischio di
lavoro nero: 20-25%. Circa 50 mila iscritti al fondo lavoratori parasubordinati, una cifra considerevole rapportata alle dimensioni, piccole, delle aziende.
L’indice delle infrastrutture nel cagliaritano ha indicatore 74 contro la media nazionale di 100. Senza i porti, Cagliari è la peggiore provincia del Sud (99.mo posto) per rete stradale; 98.mo per la rete ferroviaria. Buona la posizione per strutture sociali, ma con grande distacco dalle medie nazionali.
Rispetto al livello di qualità della vita, per Lega Ambiente Cagliari è al numero 79 in
Italia; al 54 per Italia Oggi, al 79.mo posto per ”Il Sole 24 ore”. (M.G.)