Il 21 ottobre i cittadini sardi sono chiamati a votare il referendum sulla legge statutaria che regola l'organizzazione dei poteri nella Regione sarda.
La Cisl ha preso posizione per un NO alla legge statutaria e partecipa, insieme a rappresentanti di altre associazioni, partiti, movimenti e a molti intellettuali al Comitato per il NO.
Il manifestino diffuso in occasione della manifestazione per il NO, tenuta alla Fiera a Cagliari sabato scorso, sintetizza brevemente le motivazioni:
La legge statutaria, a giudizio del Comitato:
- riduce la libertà di partecipazione dei cittadini;
- rende autoritario il presidenzialismo;
- annulla l'equilibrio dei poteri;
- accentua il centralismo regionale;
- limita le competenze di Province e Comuni;
- condiziona pesantamente l'autonomia;
- non risolve il conflitto di interessi;
- aumenta il numero delle firme per indire i referendum, rendendo più difficile l'espressione della volontà popolare e in sostanza rischia di allontanare i cittadini dalle Istituzioni;
La Cisl inoltre sottolinea che con questa legge c'è il rischio di mortificare e ridurre il ruolo e la partecipazione delle parti sociali e del sindacato alla programmazione dello sviluppo e alla stessa vita democratica della Regione. Nel contempo, si delinea una definizione della Regione in termini centralistici.
Tutto ciò contraddice ai principi della sussidiarietà.
D'altronde vi sono molte similutidini tra questa legge statutaria e, a livello nazionale, la proposta di riforma della Costituzione portata avanti dal Governo Berlusconi, e come il sindacato si è opposto a quella riforma, è altrettanto importante correggere questa legge statutaria, attraverso l'uso del referendum.
Per questi motivi l'invito agli iscritti della CISL è di andare a votare NO nel referendum.
Per quaesti motivi, il Comitato per il NO, al quale aderisce la CISL,