29/09/2007
Vertenza industria: si va verso la mobilitazione entro ottobre
Riunione coordinamento industria Cisl:non si può più attendere.

Forte preoccupazione e delusione è stata espressa dalla riunione del coordinamento dell’industria – segretari di UST e segretari regionali di categoria – sui risultati dell’incontro tecnico, svoltosi a Palazzo Chigi, a Roma il 24 settembre. La riunione romana avrebbe dovuto rendere concreto il percorso prestabilito nel mese di luglio, nell’occasione dell’incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Letta, e con i ministro Bersani e Lanzillotta.
Infatti, il verbale del 10 luglio, oltre a rendere concreti gli accordi su chimica ed energia, rimandava la soluzione della vertenza all’avvio di Tavoli Tecnici per il tessile, l’agroindustria, la nautica e, soprattutto, la riscrittura della nuova intesa Istituzionale Stato – Regione e confermava l’orientamento del Governo di concludere tale fase entro il mese di settembre, prima dell’approvazione delle legge Finanziaria del 2008. Vi era quindi l’impegno di indicare nella legge Finanziaria nazionale i capitoli di spesa necessari a sostenere l’intesa.
Tutto ciò, evidentemente, non è avvenuto e il tavolo tecnico, pur importante, non poteva certo dare risposte esaustive. La riunione ha trattato esclusivamente i problemi della chimica, con qualche apertura, mentre sull’energia, la procedura è ferma a Bruxelles e l’unica novità è quella che la procedura di infrazione, in merito alle tariffe scontate per le imprese energivore, sembra estendersi non solo all’Italia, ma anche alla Francia e alla Spagna, per le quali però il problema, a giudizio di Giovanni Matta segretario della USR, non è così drammatico come per la Sardegna. Sembra inoltre permanere la pregiudiziale per l’utilizzo del carbone nel Sulcis, da parte dei Verdi.
La stessa gara per il Sulcis è andata deserta perché le incertezze del Governo e della Regione, presente all’incontro con l’assessore all’industria Rau quasi come convitata di pietra, scoraggiano le aziende e rendono i progetti non finanziabili dalle aziende di credito.
E’ vero che il Governo ha dichiarato, per bocca dei tecnici presenti, che manterrà gli impegni sul tessile, sul nautico, sull’agroalimentare e sull’aerospaziale, ma per l’Intesa Istituzionale di programma i tempi slittano a dopo il 14 ottobre.
Questo il quadro, non certo roseo, dipinto dalla segreteria della USR.
Il coordinamento ha quindi approvato un documento nel quale si esprime la forte volontà di portare avanti la battaglia per un rilancio della vertenza industria il cui sviluppo è necessario per accumulare ricchezza nella nostra regione e ridare fiato ad un’occupazione buona e di qualità che, nonostante l’ottimismo di facciata e l’interpretazione degli ultimi dati Istat, in realtà desta preoccupazione, se è vero che migliaia di sardi non cercano neanche più lavoro.
E’ necessario anche un coinvolgimento maggiore della segreteria nazionale confederale, a partire dal segretario generale Bonanni, perché la globalizzazione dell’economia richiede interventi a livello nazionale e internazionale. Basti pensare alla vicenda Unilever, a Cagliari, azienda produttiva e attiva che rischia la chiusura per decisione della Multinazionale di investire altrove.
Ci sono sicuramente anche responsabilità della Regione Sarda che non sembra condividere appieno la linea politico sindacale di CGIL CISL UIL e colpevole di eccessiva timidezza anche nei confronti delle titubanze del Governo. Occorre invece che la vertenza industria sia fatta propria da tutte le forze sociali e politiche sarde per i risvolti importanti che ha su occupazione, ricchezza e sviluppo ecocompatbile.
Ma è un problema anche di cultura, (basti pensare alle campagne di stampa dell’estate contro la raffineria della Saras) perché non tutta l’opinione pubblica condivide il senso della lotta per un’industria di qualità che però salvaguardi l’esistente e dia soluzioni positive alla tante vertenze aperte (Unilvere, Zuccherificio di Villasor, Isola del dolce, Legler, Scaini etc). Ma se non si attuano gli accordi di programma su chimica ed energia, difficilmente si può delineare un quadro che incoraggi le intraprese industriali.
Il coordinamento ha quindi ribadito la necessità di dar luogo iniziative di lotta e di sciopero anche generali, da effettuare entro il mese di ottobre, da inserire però nel quadro di una costante e puntuale iniziativa tendente al rilancio dell’industria in Sardegna. Per questo si dovranno tenere, nelle prossime settimane dopo il 10 ottobre, consigli generali in tutte le UST per sensibilizzare tutta l’organizzazione sull’importanza dell’argomento e di una vertenza che deve diventare davvero regionale e non essere dispersa in mille rivoli localistici.

Nota a cura della Cisl di Cagliari