29/09/2007
Stop alle dimissioni in bianco fatte firmare dal lavoratore
Stopo alle dimissioni in bianco fatte firmare dal lavoratore.
Importante provvedimento è stato approvato in via definitva dal Senato per eliminare la piaga, tanto diffusa, di far firmare le dimissioni in bianco al lavoratore all'atto dell'assunzione. D'ora in avanti le dimissioni avranno valore solo se redatte su apposito modulo numerato consegnato dai centri per l'impiego e con validità di 15 giorni.
Di seguito trascriviamo un articolo sull'argomento preso da Conquiste del Lavoro.
DIMETTERSI dopo la nascita di un bambino o dopo un infortunio sul lavoro, all’apparenza volontariamente ma in realtà dietro coercizione. Contro questa pratica illegale ma diffusa (l’anno
scorso i casi sono stati 40 mila), il Senato ha approvato in via definitiva ha approvato in via definitiva una nuova legge (votata anche da An). Lo strumento ideato dal Parlamento per eliminare questa pratica è un ”certificato anagrafico”. In sostanza, le dimissioni bianche sono, infatti, finte dimissioni
volontarie fatte firmare al momento dell’assunzione, quando i rapporti di forza tra datore e lavoratore sono più sbilanciati. Un pezzo di carta che resta nel cassetto finchè il datore di lavoro non
decide che non ha voglia d rinnovare il contratto a una neo mamma, a un dipendente che si è infortunato o a un semplice precario. Da oggi il foglio nel cassetto sarà inservibile, perché la legge introduce l'obbligo di consegnare le dimissioni su un modulo numerato che avrà una validità di 15 giorni. Soprattutto, il modulo sarà distribuito dai centri territoriali per l'impiego e da altre postazioni
pubbliche e dovrà attestare la certezza"cronologica" della volontà del lavoratore di dimettersi.
”La Cisl - commenta il segretario confederale, Giorgio Santini - vede molto favorevolmente
la nuova norma. Con un accorgimento tutto sommato abbastanza semplice si riuscirà a risolvere un
problema che aveva in alcune aeree una particolare criticità. Soprattutto per le donne lavoratrici ma anche per altre categorie, verso le quali si il datore ha mezzi di ricatto. Con un procedimento
garantista e semplice ma non oneroso per le imprese, si difendono i lavoratori.
E si agevola il lavoro del sindacato permettendoci di concentrarci su altre questioni che riguardano la tutele dei diritti dei lavoratori”. ”Le dimissioni bianche - spiega la relatrice della legge Colomba Mongiello (Sd) - sono un fenomeno diffuso ma difficilmente verificabile in quanto l'onere
probatorio è a carico del lavoratore e in pochi casi si traduce in una prova scritta o testimoniale in grado di rendere nullo l'atto di cessazione del rapporto”. Soprattutto in alcuni comparti produttivi, in particolare nelle piccole e medie imprese, l'estorsione delle finte dimissioni viene richiesta in particolari condizioni come la maternità (i dati dicono che sono le donne ad essere particolarmente colpite da questo odioso fenomeno) o per vantaggi fiscali per sgravare l'assenza del lavoratore per eventi imprevisti, quali gli infortuni e la malattia.Da oggi inizia, dunque, la bonifica del mercato. La disposizione si applica non
solo ai rapporti di lavoro indeterminato, ma anche ai tutti gli altri contratti di lavoro, siano essi a tempo continuato o parziale, comprese anche le prestazioni di lavoro autonomo, indipendente e di consulenza. A prescindere dal settore o dal tipo di contratto, in assenza dei requisiti e delle forme previste, nessuno potrà prendere per volontarie - o fingere di farlo - dimissioni che evidentemente
non lo sono. Ilaria Storti (Conquiste del lavoro 27/9/2007)