04/10/2007
iL DOCUMENTO CONCLUSIVO ASSEMBLEA QUADRI CISL SARDA
ASSEMBLEA DEI QUADRI CISL SARDA – DOCUMENTO CONCLUSIVO

L’Assemblea organizzativa della CISL sarda approva la relazione del segretario generale Mario Medde, con i contenuti emersi dal dibattito e dall’intervento del segretario generale Raffaele Bonanni.
L’Assemblea ritiene che all’ordine del giorno della riflessione e proposta ci sia il nuovo modello di sindacato per i prossimi anni. Un sindacato di lavoratori e pensionati, la cui originalità organizzativa e politica ha ormai una connotazione di valenza statutaria. Quale sindacato, per quale sviluppo, per quale democrazia e per quali e quanti lavoratori.
È lo stesso interrogativo degli anni trascorsi, solo che nel frattempo sono mutate le condizioni dell’economia e della società; ma anche le risposte ai problemi che i lavoratori e il sindacato debbono affrontare per migliorare le condizioni di vita e di lavoro.
Questo obiettivo presuppone il consolidamento e rafforzamento della rappresentanza e rappresentatività della CISL. A tal fine è rilevante per il sindacato, e per il suo futuro, il destino dell’Europa unita. Si è infatti convinti, ancora più di ieri, che il sindacato europeo, pur nel rispetto delle specificità regionali e nazionali, rappresenti la naturale evoluzione del sindacalismo confederale nazionale. L’Assemblea, in questo contesto, evidenzia la necessità di rafforzare la democrazia economica e la partecipazione del sindacato attraverso la politica concertativa. Accanto a questo obiettivo insostituibile, nella costruzione della nuova Europa, si ritiene che debba essere sancito il ruolo delle regioni negli organismi rappresentativi europei, lo statuto delle isole, il riconoscimento delle condizioni geo-territoriali e storiche e dei popoli e delle nazioni senza Stato.
La CISL sarda ripropone, soprattutto per i ritardi acquisiti, la richiesta di riconoscimento dello status di insularità per la Sardegna e per le isole dell’Europa. Si tratta cioè di portare alla prossima Conferenza intergovernativa europea il tema dell’insularità, non solo sul versante delle condizioni di disagio, del recupero del divario e delle condizioni di arretratezza, ma del ruolo e dello spazio istituzionale dell’insularità e degli statuti speciali nell’Unione europea; cioè l’insularità come proposta di statuto positivo.
Il sindacato e le lotte per lo sviluppo per una maggiore dignità del lavoro si arricchirebbero
enormemente dal riconoscimento e dall’affermazione della legittimità delle diverse identità e culture dei popoli.
Anche per questo sollecita un meccanismo elettorale che consenta alla Sardegna di avere, con un suo collegio elettorale, una rappresentanza nel Parlamento europeo.
L’Assemblea, proprio in concomitanza con la programmazione degli interventi per pervenire all’area di libero scambio euro-mediterraneo, e in sintonia con il coordinamento istituzionale delle isole del Mediterraneo e dell’Europa, ribadisce la rilevanza di un coordinamento dei sindacati delle isole. Potrebbe rappresentare utile supporto alle politiche confederali e contribuire ad una reale cooperazione in vista di una maggiore integrazione tra le diverse esperienze di rappresentanza sociale, e al progresso delle rispettive comunità. L’Assemblea organizzativa della CISL sarda ritiene importante che nel confronto con il Governo, nella manovra finanziaria e di bilancio per il 2008 assumano priorità assoluta:
 la lotta all’evasione fiscale e contributiva, con l’istituzione dell’anagrafe tributaria in funzione di ogni singolo contribuente e non delle imposte;
 l’equa tassazione delle rendite finanziarie;
 la riqualificazione della spesa pubblica;
 le politiche dello sviluppo e del lavoro nel Mezzogiorno;
 la riforma del bilancio e l’attuazione del federalismo fiscale e cooperativo;
 la riduzione delle aliquote fiscali per i lavoratori dipendenti.
L’Assemblea denuncia però un comportamento del Governo nazionale incoerente con gli impegni assunti, perché si è di fronte ad uno spacchettamento dei contenuti dell’Accordo del 23 luglio che l’Esecutivo invece avrebbe dovuto inserire nella finanziaria per il 2008. Infatti, la suaattuazione, attraverso altro strumento potrebbe portare ad una revisione e stravolgimento. Si ribadisce pertanto, ancora una volta, il giudizio positivo su questo Accordo, che va appunto valutato per la sua portata complessiva. In particolare:
 per le risposte concrete ai bisogni vitali dei lavoratori anziani e giovani;
 per l’avvio di un processo di riforma del welfare del lavoro più rispondente alle prospettivedemografiche, ai profondi cambiamenti del mercato del lavoro ed ai processi produttivi;
 per l’assicurazione di una prospettiva pensionistica dignitosa per i giovani, tra regime obbligatorio integrativo, fermo restando l’equilibrio finanziario del sistema;
 per la riforma degli ammortizzatori sociali in grado di governare la nuova dimensione del
mercato del lavoro e di garantire così anche la necessaria e dovuta copertura contributiva
degli LSU, in attesa della loro completa stabilizzazione, visto che numerosi sono quelli che
dal 1996 risultano in attività presso gli Enti Locali;
 per la promozione di relazioni industriali di secondo livello al fine di migliorare la competitività e distribuire con equità la maggiore produttività. Si affronta così, infatti, la questione salariale come emergenza sociale.
Si sottolinea altresì la rivalutazione delle pensioni che ha raggiunto un primo obiettivo importante è che riguarda tre milioni e quattrocentomila persone a livello nazionale e novantamila in Sardegna. Si evidenzia per il completamento della riforma del mercato del lavoro e la centralità della condizione previdenziale dei giovani.
Inoltre, con la modifica dello «scalone», si completa il quadro degli interventi previsti dal memorandum di settembre 2006 per la revisione del sistema pensionistico.
Dunque la consultazione dell’8-9-10 ottobre deve vedere una grande partecipazione di lavoratori e pensionati per esprimere un forte e diffuso SI all’Accordo del 23 luglio.
Proprio per la rilevanza dei prossimi appuntamenti, in primo luogo la manovra finanziaria e di bilancio, è indispensabile che il sindacato rafforzi l’iniziativa vertenziale nei confronti del Governo sullo sviluppo del Mezzogiorno.
Si è fortemente convinti, infatti, che «il Paese cresce se cresce anche il Mezzogiorno». Il recente rapporto della SVIMEZ ha confermato una tendenza degli ultimi anni: la ripresa dell’emigrazione verso il Nord, soprattutto di giovani diplomati e laureati. Questo fenomeno sta depauperando il Meridione del suo capitale sociale.
È urgente dunque che il Governo rafforzi progettualmente e finanziariamente l’istituzione delle zone franche e il cuneo fiscale differenziato tra Nord e Sud insieme a investimenti per potenziare l’infrastrutturazione materiale e immateriale, istituendo inoltre il credito d’imposta non solo su nuovi investimenti ma anche sull’occupazione.
A fronte di queste esigenze del Paese, e delle richieste del sindacato, l’Assemblea constata invece che il Governo ha proposto una finanziaria per il 2008 che delude fortemente le attese dei lavoratori e dei pensionati, e per il momento lo stesso impegno di presentare l’Accordo del 23 luglio nella finanziaria. I contenuti della finanziaria presentano «solo una manciata di sgravi fiscali qua e là, a pioggia, senza alcuna selettività. Le risorse per i non autosufficienti sono del tutto inadeguate e non c’è segnale sulla tassazione delle rendite finanziarie. Sulla pubblica amministrazione non c’è nulla di importante, ancor meno sulle risorse finanziarie per i contratti, a fronte di un piano industriale che non viene ancora presentato. L’Assemblea organizzativa della CISL evidenzia come negli scenari appena descritti, la Sardegna registri enormi difficoltà sul versante della crescita economica, della redistribuzione della ricchezza e delle opportunità lavorative. È soprattutto assente una strategia di sviluppo da parte del Governo, e del tutto inefficace è l’azione della Giunta regionale.
L’Assemblea della CISL sarda ritiene pertanto necessaria e inevitabile la mobilitazione dei lavoratori e dei pensionati, cioè una forte iniziativa di sciopero. Infatti, l’esito negativo dell’incontro romano del 24 settembre 2007 su energia e chimica, con manifestazione presso il Ministero dello sviluppo economico, è il risultato di una intollerabile situazione che vede il Governo nazionale del tutto disattento ai problemi dell’Isola; mentre la Giunta regionale è priva di una strategia per lo sviluppo e per il rilancio delle attività produttive, ma anche distratta da impegni extra istituzionali che, tra l’altro, non hanno finora consentito neppure
un confronto sul documento annuale di programmazione economica e finanziaria.
Infatti, la drammatica crisi che investe il lavoro nell’Isola impone al sindacato di farsi interprete, con la mobilitazione e la lotta, in assenza di risposte da parte del Governo e della Regione, della domanda di sviluppo, di lavoro e di tutele che oggi vengono, appunto, mortificati dai ritardi e dalle inadempienze.
Si evidenzia, oltre alle tante vertenze del settore industria, del manifatturiero, la vertenza ancora aperta del settore della formazione professionale, che vede centinaia di lavoratori ancora senza certezze di impiego a causa degli accordi non rispettati dalla Giunta regionale. Infatti la loro ricollocazione è ancora un miraggio.
È indispensabile far capire che la Sardegna non si arrende al declino industriale e all’aumento preoccupante delle vecchie e nuove povertà, e che è necessaria una svolta per rilanciare lo sviluppo e promuovere il lavoro, anche attraverso adeguate politiche per rilanciare la pubblica amministrazione arrestando lo smantellamento del sistema statale e regionale e dei pubblici servizi.
L’Assemblea organizzativa ritiene indispensabile dunque una svolta nella politica regionale. È infatti ormai ineludibile una politica economica, industriale, sociale e del lavoro in grado di affrontare le emergenze dell’Isola e nel contempo avviare una nuova fase che promuova una comunità coesa, accogliente e positiva.
La necessità di un new deal sardo deriva non solo dall’utilità di un vasto e diffuso coinvolgimento delle parti sociali ed economiche, ma anche, ovviamente, da una profonda crisi economica e sociale che può essere positivamente risolta solo con la condivisione e con politiche che promuovano e sostengano il lavoro, le imprese e l’ammodernamento delle infrastrutturazioni materiali ed immateriali; oltre ad una strategia imperniata realmente sull’istruzione e sulla formazione. Attenzione e politiche adeguate sono necessarie per le zone interne dell’Isola e per le specificità delle aree urbane.
La CISL sarda evidenzia oltre alle questioni dell’economia e del sociale la rilevanza delle riforme istituzionali, quelle approvate e quelle in itinere. Emerge infatti il volto di una nuova Regione a forte vocazione centralista e dirigista. Il rischio da evitare è che si affermi una rappresentanza politica ed istituzionale di tipo autocratico che potrebbe erodere il modello democratico e partecipativo. In questo contesto la legge statutaria disegna una struttura debole di Regione sia sul versante politico che valoriale. Per questo motivo è utile il referendum, ed è bene che lo si sostenga per cancellare una legge che limita la partecipazione democratica e che modella una Sardegna di basso profilo politico, sociale e istituzionale. L’Assemblea organizzativa ribadisce l’importanza dei nuovi assetti territoriali della CISL sarda. Questa scelta risponde non solo ad esigenze di interrelazione con le Istituzioni locali e regionali, ma anche ad una ripartizione che interpreta i bisogni delle popolazioni, dei nostri lavoratori e pensionati. Si potrà così far fronte con più efficacia ai problemi degli associati alla CISL e alle domande di sviluppo delle comunità, considerando la dimensione geo-territoriale e quella demografica, ma anche la necessità di presidiare il territorio sul versante sociale. Certo, lungo queste scelte si pongono problemi di governo delle risorse finanziarie; ma è nostra convinzione che si saprà far
fronte alle necessità con la solidarietà organizzativa, con l’incremento degli iscritti e con una migliore qualificazione della spesa. L’Assemblea ritiene di primaria importanza valorizzare la prima linea e il territorio. Le sezioni aziendali sindacali, insieme alle Leghe dei pensionati, rappresentano infatti il tessuto connettivo della CISL. Si tratta piuttosto di capire in che modo le RSU, che sempre di più sono un’istanza di organizzazione, debbano essere riconsiderate nell’attuale contesto sindacale e istituzionale.
La prima linea va dunque rafforzata con maggiori investimenti, con un programma di
attività formativa e con progetti per il proselitismo. L’Unione sindacale comunale era una struttura importante della nostra storia organizzativa. Si tratta di farla rivivere attraverso l’apporto che può venire prima di tutto dalle Leghe dei pensionati che già oggi si propongono come una risorsa concertativa nel territorio. Circa i nuovi confini della rappresentanza, è evidente la necessità di ridisegnare la mappatura
delle Federazioni con le relative aree di intervento. In questa direzione è da condividere inoltre la proposta di accorpamento relativa alla sicurezza, per garantire la presenza in un settore delicatissimo nella vita del Paese. Il processo di accorpamento tra FLAEI e FEMCA va definito con un percorso che valuti attentamente tempi e adeguata condivisione. È da salutare inoltre positivamente la volontà della FIT di superare i coordinamenti per concretizzare realmente quella mono-composizione che è fondamentale per rappresentare compiutamente il proprio settore.
La CISL sarda ritiene che la Federazione nazionale dei pensionati (FNP) rappresenti una risorsa eccezionale, non solo per il numero degli iscritti, ma per la sua presenza e diffusione territoriale, per il suo protagonismo rivendicativo e la sua ragione sociale.
È da condividere la scelta di un’adeguata rappresentatività secondo le modalità che verranno definite a livello nazionale. Si auspica inoltre che la rappresentanza e la titolarità si possa meglio esprimere con una armonizzazione dei vari settori merceologici.
Come d’altronde rappresenta un impegno per l’intera CISL sarda una maggiore integrazione nel sistema dei servizi della FNP e delle Federazioni interessate.
Nel nuovo modello organizzativo un aspetto fondamentale è rappresentato dal sistema dei servizi. Gli Enti della CISL, le Associazioni e le Società che operano nel sistema e nei territori debbono sempre di più assumere la caratteristica dell’integrazione.
In Sardegna l’INAS, il CAAF, l’ADICONSUM, il SICET, l’ANOLF, l’ETSI, lo IAL, esprimono tutti una presenza ottimale e rappresentano un punto di riferimento importante per l’intera Organizzazione. Il loro rafforzamento è un obiettivo dell’attività ordinaria della CISL.
Inoltre, bisogna far sì che le Federazioni vengano adeguatamente coinvolte nel sistema dei servizi e perché, a loro volta, queste ultime diventino soggetti fondamentali dell’intero sistema. È un aspetto importante della vita delle strutture di servizio la trasparenza degli atti, il monitoraggio e la verifica dell’attività. L’obiettivo da raggiungere sul servizio fiscale è l’omogeneizzazione delle tariffe all’utenza, privilegiando ovviamente il socio al non iscritto e favorendo in questa direzione le economie necessarie, in primo luogo per quanti si rivolgono alla CISL. Altro problema che è necessario quanto prima affrontare è l’attività formativa specifica per ciascun servizio e per l’intero sistema, per costruire una figura di operatore sempre più funzionale all’evoluzione del diritto del lavoro e dei contenziosi, ma in linea anche con gli ideali e le strategie della CISL.
Un impegno della CISL sarda deve riguardare il rilancio del CENASCA e dell’ALAI, anche attraverso la costituzione in collaborazione con lo IAL dei club Giovani Alai, per garantire una presenza indispensabile nell’economia sociale e tra le nuove figure che si muovono nel mercato del lavoro. Persone che rischiano di vivere la flessibilità in termini di precarietà e che la CISL deve rappresentare nel migliore dei modi, rafforzandone i diritti e difendendone la dignità.
Un’attenzione particolare va rivolta al volontariato ponendo al centro la dignità delle persone, in questo ambito, l’ANTEAS può essere uno strumento efficace per tutta la CISL.
Altro ambito che necessita di un immediato intervento a livello regionale e territoriale riguarda la rappresentanza delle donne e dei giovani. È necessario pervenire ad una maggiore sinergia tra i Coordinamenti Donne e confederale e quelli delle Federazioni.
Occorre individuare, per quanto riguarda le politiche verso i giovani, percorsi di accompagnamento, anche attraverso l’attività formativa, l’inserimento degli stessi nelle strutture operative. La presenza femminile nei gruppi dirigenti è sempre più indispensabile non solo per governare i cambiamenti del mercato del lavoro e per garantire le pari opportunità, ma anche per contribuire al progresso sociale e a migliorare le stesse tutele.
La rappresentanza dei giovani non può essere limitata all’attualità delle Assemblee organizzative e dei Congressi. Si tratta di ridisegnare in termini originali, a partire dallo statuto dell’Organizzazione, la presenza e la rappresentanza dei giovani nella CISL.
Sugli aspetti amministrativi è necessario lavorare per una sempre maggiore trasparenza e visibilità, come sostiene il documento confederale. La realizzazione dei bilanci consolidati è indispensabile per raffigurare al meglio la situazione amministrativa e contabile, ma anche per un migliore e più funzionale utilizzo delle risorse dell’Organizzazione.
È necessario però vincolare tutte le strutture alla consegna dei documenti contabili e finanziari e alla loro omogeneizzazione. Così come appare indispensabile che l’esperienza delle casse comuni possa realizzarsi attraverso un indirizzo e un orientamento più articolato e, allo stesso tempo, più specifico.
In una situazione che vede profonde modifiche nelle politiche e nel diritto del lavoro e in un
mercato sottoposto a cambiamenti profondi, gli uffici vertenze sono una realtà da rafforzare e da modernizzare attraverso un sistema informatico e con banche dati su livello regionale. Utile è inoltre la formazione permanente degli operatori impegnati negli uffici.
Per quel che concerne invece la formazione è prioritaria una maggiore attenzione dell’intera Organizzazione, sia sulla disponibilità delle risorse necessarie sia sulle professionalità e sui metodi formativi. La proposta di ridefinizione del sistema formativo interno deve poter contare sull’individuazione delle competenze formative, sulle fonti finanziarie utili a programmare e attuare tutte le filiere formative, l’individuazione dei livelli formativi. Il rischio che si corre, in alternativa, è la sporadicità dell’attività e l’inconsistenza dell’offerta. L’informazione e la comunicazione rappresentano un tassello insostituibile della vita associativa. È necessario rafforzare, inoltre, il sito Internet, migliorare l’agenzia settimanale DIES e garantire una migliore periodicità di PRESENZA. Mentre si valuta positivamente la capacità comunicativa con l’esterno attraverso l’ufficio stampa e i gruppi dirigenti, si ritiene necessaria, invece una migliore diffusione e fruizione di CONQUISTE DEL LAVORO e di EDIZIONI LAVORO tra i quadri e associati CISL. Infatti, l’Assemblea organizzativa ritiene che si apra una stagione di primaria rilevanza per i lavoratori e i pensionati sardi. Il mese di ottobre è infatti caratterizzato da appuntamenti decisivi
per i diritti e le tutele, per lo sviluppo e il lavoro nell’Isola. Per questo si impegna l’intera Organizzazione a mobilitarsi affinché i lavoratori e i pensionati esprimano un voto favorevole all’Intesa del 23 luglio 2007 nella prevista consultazione dell’8- 9-10 ottobre. Altrettanto impegno è necessario manifestare per bocciare (votando NO) la legge
statutaria nel referendum del 21 ottobre. L’Assemblea organizzativa impegna, inoltre, tutto il gruppo dirigente a rafforzare nell’Isola la mobilitazione sui temi del lavoro, dello sviluppo e delle riforme, con un’adeguata iniziativa di sciopero da tenersi possibilmente entro il mese di ottobre 2007.