Legge statutaria – referendum del 21 ottobre.
Il 21 ottobre prossimo si dovrà votare per il referendum relativo alla legge statutaria della Regione Autonoma della Sardegna. Si tratta del “Testo di legge regionale approvata il 7 marzo 2007, ai sensi dell'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale, a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi, dei componenti il Consiglio regionale.”
La legge in questione è importantissima perché determina la forma di governo della Regione, le modalità di elezione del Consiglio Regionale, del Presidente e dei componenti della Giunta, i rapporti tra gli organi della Regione, la presentazione di una mozione di sfiducia verso il Presidente della Regione, i casi di ineleggibilità e di incompatibilità, il diritto di iniziativa legislativa e la disciplina dei referendum abrogativi, propositivi e consultivi, la parità di genere nell’accesso alle consultazioni elettorali.
L’articolo 15 dello Statuto prevede che la legge approvata, a maggioranza assoluta, sia sottoposta a referendum regionale qualora, entro tre mesi dalla pubblicazione, ne faccia richiesta 1/50esimo degli elettori o 1/5 dei componenti il Consiglio Regionale.
La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Il referendum, promosso da un variegato schieramento politico e di rappresentanza della società civile, è stato indetto dalla Regione sarda sulla base della legge regionale 28/10/20002 n° 21 che prevede l’applicazione, tra l’altro, dell’articolo 14 della legge 17/5/57 (il referendum non è valido se non vi ha partecipato almeno un terzo degli elettori).
Questi in breve sintesi i problemi sul tappeto e, come si vede, non si tratta di questioni marginali ma che, invece, toccano la partecipazione dei cittadini e quindi anche dei lavoratori e dei pensionati.
La Cisl, anche di recente, in merito alla riforma della Costituzione e al successivo referendum, ha aderito al comitato per il NO, proprio perché la riforma, in quel caso nazionale, non rispettava i principi di sussidiarietà e di federalismo solidale, al quale si ispira la Cisl, e, soprattutto, perché era improntata ad un presidenzialismo eccessivo che la Cisl da sempre avversa.
Per quanto riguarda il referendum sulla legge statutaria sarda, la Cisl sarda ha preso posizione per il NO, aderendo anche al Comitato, sulla scorta di alcune osservazioni:
·La legge statutaria concentra in modo eccessivo il potere nelle mani del Presidente della Regione.
·Non regola in maniera appropriata il conflitto di interessi.
·Non riduce il numero delle cariche politiche.
·Limita la partecipazione dei cittadini ampliando la soglia minima delle firme necessarie per proporre qualunque forma di referendum, portandole a 15000.
·Esclude il sistema delle autonomie locali dalla partecipazione alle scelte.
·Non è richiamato, in alcuna parte della legge, il ruolo delle parti sociali.
Si tratta di valutazioni che superano il momento politico contingente.
Per questo, la Cisl invita a votare NO.
Per maggiore completezza di informazione, vi invitiamo a consultare i siti del Comitato per il NO, il sito della Regione Sarda e quelli della Cisl sarda e della Cisl di Cagliari www.cislcagliari.it.
Inoltre, vi segnaliamo alcune iniziative per approfondire la materia, in alcune delle quali si confronteranno le ragioni del si e quelle del no:
·A Sanluri martedì 16 ottobre ore 17,30 presso il Convento dei cappuccini, le ragioni del No (sarà presente il segretario della Cisl sarda Mario Medde).
·A Cagliari mercoledì 17 ottobre, presso la Confindustria, ore 18,00 Maninchedda e Pubusa (per il No), Dadea e Demuro (per il Si).
·A Cagliari ore 18,00 alla casa dello studente via Trentino (sala Cosseddu) le ragioni del si e del no.
Nota a cura del segretario generale della Cisl di Cagliari, Fabrizio Carta