Sabato 1° dicembre è prevista una manifestazione ragionale unitaria(Cgil Cisl Uil), con un corteo che partirà da piazza Giovanni XXIII e si concluderà, con i comizi dei segretari generali confederali regionali, in piazza del Carmine. In preparazione dell'iniziativa si terrà una riunione dell'esecutivo della Cisl di Cagliari (saletta esecutivo mercoledì 21 novembre ore 16,00) ed una riunione dei direttivit unitari di Cagliari il giorno successivo (alla sede della Cisl ore 9,30).
E' necessario il massimo impegno da parte delle strutture e dei delegati del nostro territorio, anche perché la crisi ed i problemi sono evidenti:
Basti ricordare:
- l'annosa vertenza Scaini che rischia di terminare per consunzione dei lavoratori.
- i licenziamenti in atto alla Sarda Recapiti.
- le vertenze regionali della formazione professionale (che interessa soprattutto lavoratori del nostro territorio) o quella del Geoparco, nella quale 500 lavoratori rischiano l'occupazione.
- la crisi dell'Unilever, fabbrica che pur efficiente e produttiva, viene chiusa per decisione delle multinazionali, mentre il rilancio dello zuccherificio di Villasor, pur allocato nella nostra provincia, non sembra partire con il piede giusto.
- l'eterna crisi della Mineraria Silius che chiudendo, mette in ginocchio una zona molto povera e priva di alternative.
- le procedura di mobilità aperte nei confronti dei lavoratori della Multiservizi di Cagliari (42 persone), dei dipendenti della discarica di Ecoserdiana (20), le riduzioni di lavoro e di salario, quando non il licenziamento, per tante ditte di appalto di servizi.
- la crisi nel settore della sanità provata.
- o ancora il mancato decollo delle stabilizzazioni nel settore call center, dove vige ancora lavoro nero o grigio, nonostante gli interventi del Ministero: grave soprattutto se raffrontato con i risultati delle altre regioni.
- la situazione occupazionale incerta e sempre in bilico per i lavoratori della Progemisa, del Bic, dell'Osservatorio Economico, di Sviluppo Italia e di Sigma Invest, aziende sottoposte a riforme, senza che prima si chiarisse la sorte dei dipendenti.
Tutto ciò già basterebbe per una mobilitazione generale.
Ma Cagliari è interessata non solo per le piccole o grandi vertenze del territorio, ma anche per le grandi questioni, ancora in sospeso con la Regione e con il Governo:
La realizzazione dell'accordo sulla chimica e sull'energia, il completamento dei lavori per il Porto Canale, l'applicazione alla Sardegna delle rotte delle autostrade del mare, la realizzazione e il completamento del sistema viario della provincia (SS.554, 125, 131, 195), la riforma dei servizi per l'impiego e della formazione non possono rimanere eternamente in sospeso, pena il mancato sviluppo che non può che tradursi, in un mondo in cui tutto si muove velocemente, in un regresso che inciderà negativamente anche sull'occupazione.
Tutto ciò mentre, nonostante le conferenze stampa trionfalistiche imbastite sui dati ISTAT dell'occupazione, pur diminuendo il tasso di disoccupazione (teorico, basti ricordare che si considera occupato chi ha lavorato per un'ora la settimana precedente alla rilevazione statistica) diminuisce il tasso di attività e aumenta lo scoraggiamento nel cercare occupazione mente i dati sull'occupazione femminile, in Sardegna e a Cagliari, sono ben lontani dai parametri nazionali.La manifestazione rappresenta perciò un segnale forte da dare alla Giunta regionale Sarda, perchè accettando il dialogo e ripristinando la concertazione, vari una Finanziaria orientata a sviluppare lavoro e occupazione e a ridurre i gap storici che hanno penalizzato la Sardegna, nei trasporti, nell'energia, nell'efficienza della pubblica amministrazione, nei servizi di formazione continua e di orientamento al lavoro, nella garanzia di standard di qualità dell'assistenza e della sanità. Ma la manifestazione si rivolge anche al livello nazionale e quindi ad un Governo che, pur apprezzabile nell'accordo sul Welfare, spesso è tuttavia latitante rispetto alle esigenze dei sardi. L'incontro con il Governo di luglio scorso sulla crisi dell'industria sarda, poi replicato a settembre, non ha registrato nessun concreto passo in avanti.
I problemi di povertà dei lavoratori e dei pensionati sardi, la crisi dell'occupazione, specie giovanile, e la scarsa qualità del lavoro che non corrisponde alle professionalità acquisite con lo sutdio universitario, non possono attendere ed è necessaria la riuscita della manifestazione.