12/12/2007
Unilever: i lavoratori occupano lo stabilimento
Qualche spiraglio si è aperto nella vertenza dei lavoratori dell'Unilever, ai quali scade la procedura di mobilità il 22 dicembre, e che sono accampati all'interno dello stabilimento. Il consiglio generale della Cisl di Cagliari ha approvato un ordine del giorno nel quale si esprime forte preoccupazione e grande solidarietà e sostegno alla lotta dei dipendenti. La chiusura della fabbrica rappresenta la perdita di un tassello importante per il sistema produttivo sardo e cagliaritano, perchè si tratta di un'azienda produttiva che dà lavoro a 80 dipendenti a tempo indeterminato e altri 100 stagionali.
Purtroppo le scelte della multinazionale olandese sembrano irremovibili e la Cisl auspica un impegno comune delle forze sindacali, imprenditoriali e delle Istituzioni a difesa dei lavoratori e della continuità produttiva dell'azienda.
Nella serata qualche schiarita si è registrata nell'incontro in Provincia, alla presenza dei sindacati confederali e di categoria,
L'azienda ha dichiarato che le proposte arrivate per rilevare la fabbrica si sono rivelate non adeguate ad assicurare lavoro ai dipendenti, ma che, comunque, non apponeva come condizione alla vendita il divieto di continuare la produzione dei gelati per l'eventuale acquirente che avrebbe seguitato a cercare sul mercato. Non appaiono quindi ancora prospettive di ricollocazione ma sembra che l'azienda sia interessata all'operazione di vendita. In questo senso, assicurando la massima disponibilità, si è espressa anche l'assessore regionale al lavoro, Romina Congera che, insieme al'assessore provinciale ha presieduto l'incontro.
Non è stato ancora raggiunto un accordo e la riunione è stata aggiornata al 18 dicembre p.v. alle ore 17,00.
Sembra però profilarsi il differimento della procedura di mobilità di un anno (al 31.12.2008), salvo volontarietà incentivate del lavoratore. Dal 1 gennaio 2008, invece, i 78 lavoratori saranno messi in cassa integrazione per chiusra di impianto, per la durata di un anno. Tale periodo servirebbe anche per verificare l'esistenza di soluzioni alternative per l'acquisto dello stabilimento da parte dei altri imprenditori.
Sarebbero previsti anche degli incentivi per integrare il reddito proveniente dall'utilizzo degli ammortizzatori sociali.
L'azienda, pur apparsa disponibile, ha tuttavia precisato che avrebbe provveduto a smantellare una parte degli impianti che, invece, a parere delle organizzazioni sindacali, debbono restare in loco, a garanzia dell'impegno aziendale.
Si tratta di un passo in avanti per la tutela del reddito dei lavoratori, anche se resta l'amarezza per il fatto che ancora non si sia riusciti a trovare un compratore adeguato a garantire il lavoro ai dipendenti diretti e all'indotto.
Nota a cura della Cisl di Cagliari.