Nei giorni scorsi, purtroppo, abbiamo assistito all'epilogo della vicenda, drammatica e dolorosa, delle morti avvenute all'acciaeria di Torino. Sette lavoratori, alcuni dei quali giovanissimi, altri sul punto di raggiungere i requisiti per il pensionamento (che beffa atroce !!), sono morti, divorati dal fuoco. Per qualcuno si era sperato, ma le ustioni erano troppo estese. Ma il calvario continua per gli altri lavoratori perché la fabbrica chiude (come era già deciso), lasciando sul terrreno morti, feriti e qualche centinaio di disoccupati in più.
Ecco, in questi giorni di vacanza nei quali ognuno di noi ha giustamente festeggiato con la propria famiglia ed i propri amici, ci deve essere anche un momento di riflessione: quando muore un lavoratore, mentre adempie al proprio dovere, muoriamo un pò anche tutti noi ed è una sconfitta per il sindacato confederale. Sicuramente, al di là delle responsabilità, gravissime in questo caso, delle aziende, dobbiamo impegnarci di più nel terreno della sicurezza, senza paure e con quell'intransigenza necessaria, perché in ballo ci sono vite umane. I costi degli infortuni sul lavoro sono altissimi per la persona colpita, ma anche per la società nel suo insieme. Allora è necessario riprendere la piattaforma che l'assemblea dei delegati alla sicurezza ha approvato, a Cagliari, il 30 maggio scorso, concretizzare i punti più importanti, operare per diffondere la cultura della sicurezza nelle scuole e tra i lavoratori, rafforzare il ruolo dei delegati, senza lasciarli soli, dare impulso alla bilateralità, consentire la nascita e la funzionalità degli RLS (fondamentale in un mercato del lavoro fatto di tante piccole aziende come quello sardo) e pretendere dagli organismi preposti (Asl,Ministero, enti previdenziali) che si spendano le risorse (che ci sono - vedi tesoretti vari) per investirle nella sicurezza dei lavoratori. I dati degli infortuni ( e CGIL CISL UIL ne parleranno nella conferenza stampa del 4 gennaio prossimo) non solo non diminuiscono, come si sosteneva, ma aumentano e, quel che è peggio, vi sono morti anche in itinere, a dimostrazione di quanto inadeguata sia la rete stradale della nostra isola e di quanto poco si utilizzino i mezzi pubblici per raggiungerere il posto di lavoro. Dopo il momento del dolore e dell'indignazione per i morti sul lavoro, deve arrivare il tempo dell'impegno serio per affrontare una tematica fondamentale, se vogliamo essere un sindacato che risponda alle esigenze dei lavoratori. Chiudere gli occhi o litarsi a generiche lamentele sarebbe un'omissione grave, che il sindacato non si può permettere.
nota a cura della Cisl di Cagliari.