Sulla delicata questione relativa all'accordo di programma di Tuvixeddu, prendono posizione le segreterie territoriali CGIL CISL UIL di Cagliari con la seguente nota a firma dei segretari generali Costa, Carta, Mereu.
COMUNICATO STAMPA
Su questione Tuvixeddu
L’area di Tuvixeddu rappresenta un sito di inestimabile valore dal punto di vista archeologico, storico e culturale per la collettività cagliaritana e sarda e sicuramente la difesa dell’integrità di questo compendio deve essere al centro di qualsiasi politica.
Va detto anche che, per decenni, l’area è stata completamente abbandonata alle scorribande dei tombaroli e all’incuria del tempo e che nessuna valorizzazione è stata messa in opera, durante questi lunghi anni.
In questo contesto, si sviluppò un forte dibattito all’interno della società cagliaritana e sarda che aveva visto protagoniste le forze istituzionali, politiche e sociali del territorio, al termine del quale si firmò l’accordo di programma del 2000, intervenuto tra la Regione Sarda, il Comune di Cagliari e le aziende interessate. Lo stesso sindacato, pur non essendo firmatario dell’accordo di programma, condivise il progetto.
L’accordo prevede l’effettuazione di lavori importanti che possono restituire alla godibilità dei cittadini e dei turisti una parte del sito, da sempre interdetto, e nel contempo creare posti di lavoro, importanti per una provincia e per una città nella quale si assiste a fenomeni di spopolamento, invecchiamento e disoccupazione diffusa.
Ci sono delle aspettative occupazionali sia nel campo dell’edilizia ma, riteniamo, anche nel settore dei beni culturali che rischiano, vista la litigiosità delle Istituzioni, di rimanere deluse.
Ora, dopo diversi anni da quell’accordo, la Giunta Regionale ha inteso bloccare i lavori asserendo la prevalenza della difesa dell’ambiente, rispetto a un accordo siglato dalla Regione (sia pure essendo in carica un'altra Giunta), dai Privati e dal Comune di Cagliari.
La conseguenza immediata l’hanno purtroppo, pagata con il licenziamento i lavoratori, alcuni dei quali tuttora disoccupati, altri invece costretti a trovare occupazione in altri cantieri in Sardegna o, addirittura, fuori dell’isola.
Il secondo aspetto, da non sottovalutare, è che, rimuovendo gli effetti dell’accordo, la politica, ancora una volta, non dà certezze del rispetto del diritto, requisito fondamentale perché possano essere programmati attività e investimenti.
Dispiace che, l’anno scorso, non si sia arrivati tra le parti interessate ad una composizione concertata della vicenda: sarebbe bastato che ognuno dei contendenti avesse fatto un piccolo passo indietro. Ora la sentenza del TAR, emessa su ricorso del privato, rende possibile la ripresa dei lavori, dando torto alla Regione Sarda.
Fermo restando il fatto che ci deve essere la massima fiducia nei confronti della magistratura ordinaria e amministrativa, che le sentenze devono essere pienamente rispettate e che quindi quella del TAR deve essere applicata con effetto immediato, non possiamo che esprimere preoccupazione per la situazione di litigiosità e incertezza che si è creata e che sicuramente permarrà per lungo tempo.
Ancora una volta, le Istituzioni, Regione in testa, ma anche il privato, anziché arrivare ad una mediazione che tuteli, in modo adeguato, i giusti interessi in campo, preferisce andare avanti a colpi di ricorsi giudiziari, danneggiando i lavoratori, i cittadini e allontanando nel tempo la fruibilità dei luoghi.
CGIL CISL e UIL di Cagliari ritengono indispensabile che riparta il dialogo sociale e che non si deleghi esclusivamente ad un pronunciamento giudiziario la soluzione di un contenzioso che non riguarda solo il privato e le istituzioni politiche, ma interessa tutta la collettività. Non bisogna dimenticare, infatti, che lo strumento dell’Accordo di Programma si giustifica esclusivamente in quanto il progetto prevede la realizzazione di importanti opere urbanistiche pubbliche (strade, parco archeologico etc.) che interessano l’intera città di Cagliari.
Cagliari 14 febbraio 2008