22/02/2008
Fiaccolata 5 giornata della solidarietà per la povertà. martedì 26 febbraio ore 17,30
MANIFESTAZIONE - FIACCOLATA
5^ GIORNATA DELLA SOLIDARIETÀ PER LA POVERTÀ IN SARDEGNA
Cagliari, martedì 26 febbraio 2008 – ore 17,30
PERCORSO MANIFESTAZIONE-FIACCOLATA
concentramento alle ore 1730 presso la Basilica di Nostra Signora di Bonaria, Viale Diaz, Via Cimitero, Via
Logudoro, Piazza San Cosimo, Via Sonnino, Via XX Settembre, Via Roma fronte Palazzo Consiglio regionale

La Giornata della solidarietà per la povertà in Sardegna, che da alcuni anni costituisce un appuntamento
importante per la Comunità ecclesiale e la società civile, trova ancora la sua motivazione a partire
dai problemi in cui si trovano molti abitanti dell’Isola.
Vogliamo ancora dare voce e visibilità alle persone e alle famiglie che, nella nostra Regione, vivono in condizioni di povertà.
Le cause di questo fenomeno ci sono ancora tutte e sono sempre gravissime. Non vediamo segnali che ci autorizzino a guardare con serenità al futuro e a consegnare motivi di speranza a coloro che sperimentano l’ingiustizia e l’esclusione.
Tra le cause della povertà dobbiamo ancora evidenziare la mancanza di un reddito sufficiente per le famiglie. Il fenomeno si è addirittura aggravato. Nell’ultimo anno la povertà relativa è aumentata in Sardegna di un punto percentuale, passando dal 15,9% al 16,9% e toccando circa 96.500 famiglie.
L’aumento incontrollato dei prezzi, che riguarda anche beni di prima necessità, con la conseguente erosione di salari e pensioni, e il crollo del potere d’acquisto, collocano in condizione di povertà anche i lavoratori e i pensionati, che nel lavoro e nel reddito da pensione avevano finora trovato un elemento di sicurezza e di serenità.
Di recente la città di Cagliari è stata definita la capitale nazionale dell’inflazione con un +3,8%, a fronte del 2,9% dell’Italia; e gli aumenti più gravi riguardano abitazione, acqua, energia elettrica, combustibili
(+8,8%), pane (+30,3%). Come si vede non si tratta di beni legati al lusso o ai capricci.
Se la povertà affligge anche i lavoratori e le loro famiglie, che fanno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese, la condizione dei disoccupati si può definire drammatica.
I lavoratori dipendenti delle tante aziende in crisi stanno vivendo tensioni sempre più gravi ed evidenti.
Con il lavoro essi avevano assunto impegni e responsabilità. Ma può una persona adulta, con responsabilità certe, vivere alla giornata e non sapere oggi se potrà, ancora domani, compiere fino in fondo i suoi compiti e onorare le sue responsabilità?
Per coloro che sono stati espulsi, ancora giovani, dall’attività lavorativa, la sofferenza continua, perché costretti a condurre estenuanti trattative per ottenere un reddito sufficiente, nonostante la firma di decine di accordi, e perché alla ricerca di un senso nuovo da dare alla vita.
Ma soprattutto la condizione di povertà, non solo materiale, riguarda coloro che nell’attività lavorativa non sono entrati mai: quando avranno la possibilità di fare per la propria vita un progetto a lungo termine?
I dati parlano di tasso di disoccupazione regionale in calo, ma, anche a detta del Ministro del lavoro, non bisogna lasciarsi trarre in inganno: molti sono confluiti nel numero degli «scoraggiati»; si tratta di coloro che hanno ormai accantonato i sogni e le speranze. Inoltre molti svolgono un lavoro che non garantisce l’esercizio della piena cittadinanza.
Per tutte queste ragioni vogliamo che la parola povertà trovi la sua soluzione nelle parole giustizia e
lavoro. Denunciamo un sistema economico che non pone al centro l’uomo, ma il profitto.
E vi è anche una responsabilità della politica, che non riesce a governare questo processo dalle conseguenze sociali disastrose.
Per dire tutto questo organizziamo la 5^ giornata di solidarietà. Vogliamo che i poveri diventino davvero una priorità politica e un criterio privilegiato dell’etica civile.
Le azioni politiche, economiche e sociali sono da valutare in base alle risposte che sapremo dare alla situazione dei poveri.
Vogliamo parlare ancora attraverso i simboli.
Abbiamo scelto Sant’Ignazio da Laconi quasi come patrono della nostra azione sociale, e «sa bertula» perché sia riempita di politiche solidali.
Quest’anno vogliamo partire dalla Basilica di Bonaria nel centenario della sua proclamazione a Patrona
della Sardegna, eleggendola quindi come segno di unione di tutti coloro che condividono questa sensibilità per i poveri.
Nel piazzale di Bonaria si è svolta di recente la beatificazione di suor Giuseppina Nicoli, altra grande
figura di impegno a favore dei più poveri.
Vogliamo svolgere l’iniziativa nella forma della fiaccolata, non contro qualcuno, ma piuttosto insieme con tutti gli uomini di buona volontà, per invitare tutta la società a preoccuparsi di questi problemi e impegnarsi
a individuare e sollecitare soluzioni.
Con il nostro cammino e con le fiaccole vogliamo collegare la Basilica e la piazza di N.S. di Bonaria con il palazzo del Consiglio regionale, dove si devono individuare e mettere in moto le buone pratiche della
politica, che sia davvero servizio e attenzione ai più poveri.
Infatti vi sono alcuni che hanno troppo e altri che mancano del necessario per vivere. Vi sono molte risorse che non vengono spese e riutilizzate. A coloro che vivono in condizioni di povertà ciò appare come una grave inadempienza e omissione.
La ridistribuzione della ricchezza incomincia con la garanzia di una vita dignitosa per i poveri e le loro
famiglie.
Perciò alla politica diciamo che bisogna
«RIFARE I CONTI»
Pensiamo di poter indicare alcune scelte prioritarie:
 Un programma di interventi orientato a dare nuove opportunità e a garantire l’inclusione sociale e la
piena cittadinanza.
 Un programma di interventi di contrasto alla povertà e all’erosione del reddito, per abbattere le tasse, che per tante famiglie costituiscono ormai un carico insostenibile.
 Il fondo per la non autosufficienza per sostenere le famiglie che assistono i loro congiunti non autosufficienti.
 Il funzionamento dell’Osservatorio regionale sulle povertà per accompagnare le azioni politiche, snellire i processi burocratici e monitorare l’efficacia delle misure programmate.
 Favorire il coinvolgimento del terzo settore, della Chiesa e dei sindacati nei territori, per le azioni di contrasto alla povertà.
 Favorire il potenziamento del capitale umano, connettendo le politiche per l’inclusione con quelle per l’orientamento e per la formazione.

PASTORALE DEL LAVORO – C.G.I.L. C.I.S.L. U.I.L. – A.C.L.I. – CAPPELLANIA CASA CIRCONDARIALE BUON CAMMINO –
CARITAS DIOCESANA – CONFERENZA SAN VINCENZO – CONFRATERNITE DELLA MISERICORDIA – CONVENTO PADRI CAPPUCCINI
SANT’IGNAZIO – GESUITI SAN MICHELE – O.F.T.A.L. – ORATORIO SAN GIUSEPPE – ORATORIO SAN PIETRO –
ORATORIO SANT’ELIA – ORDINE DEI CAVALIERI DI MALTA – SALESIANI – SARDEGNA SOLIDALE – SASPO CAGLIARI – UNITALSI