09/03/2008
Dura presa di posizione del sindacato contro la chiusura della tratta Golfo Aranci Civitavecchia.
La Cisl e la FSM del Medio Campidano sono fortemente impegnate per scongiurare la decisione di TRENITALIA che, a causa dei tagli contenuti nella finanziaria nazionale, sospende l'operatività della tratta Golfo Aranci Civitavecchia. Da questa decisione, che colpisce tutta la Sardegna e va in controtendenza rispetto all'obiettivo di spostare il traffico merci dal gommato alla ferrovia, derivano gravissimi danni al Medio Campidano e alla Keller: un'azienda che ha sofferto in passato ma che oggi è una delle poche realtà manifatturiere presenti e produttive. UNA REALTA' CHE VA DIFESA A TUTTI I COSTI. Diverse sono già state le prese di posizione e gli interventi. Nei giorni scorsi c'è stata un'assemblea aperta a Villacidro, la cui introduzione è stata svolta da Mauro Branca della FSM/CISL.
Di seguito la relazione:

Assemblea aperta su interruzione servizio trasporto merci su rotaia da parte di Cargo/RFI

Ringraziamenti a quanti hanno raccolto l’invito a quest’assemblea convocata URGENTEMENTE dalla rsu. Come rappresentanti aziendali, abbiamo ritenuto importante, in un momento come questo, raccogliere intorno a noi tutti i rappresentanti delle forze sociali per coinvolgerli in una lotta che non può essere solo dei dipendenti Keller o di quanti comunque per la Keller lavorano.

La decisione scellerata da parte di Trenitalia di sospendere, nel volgere di pochi mesi, il servizio di trasporto delle merci su rotaia in Sardegna, pone la fabbrica nell’impossibilità di poter continuare la sua attività.
Diviene impossibile ricevere e spedire i rotabili in riparazione, di conseguenza diventa impossibile partecipare alle gare per il conseguimento di nuovo lavoro e verrebbero a cadere le qualifiche per poter partecipare alle gare nazionali e internazionali, in quanto in tutte le gare è fattore irrinunciabile essere dotati di un raccordo servito da un gestore ferroviario.

È un ben strano destino quello dei lavoratori di questa fabbrica, passati durante la loro vita lavorativa attraverso:

-l’Inferno del 93, con le lotte condotte con tanta speranza senza mai darsi per vinti anche dopo che, col fallimento, la morte della fabbrica era stata sancita, lotte fatte guardandosi in faccia smarriti chiedendosi: dove andiamo oggi ad urlare la nostra disperazione? I lavoratori hanno passato 10 mesi senza stipendio, hanno occupato lo stabilimento, la sede della Regione, hanno piazzato le tende in viale Trento a Cagliari.
Il purgatorio della gestione commissariale, con la consapevolezza che, per continuare ad esistere, occorreva che il commissario trovasse un acquirente, che la produzione raggiungesse standard, fino ad allora mai sfiorati. I Lavoratori hanno sempre risposto con orgoglio, si è arrivati a produrre sei carrozze /mese contro le 2 dell’era Salatiello, battendo tutta la concorrenza nazionale in quantità è in qualità. Il Purgatorio del passaggio alla nuova azienda con lavori di tipologia nuova, facendo i conti con la scarsità di lavoro e con la cassa integrazione e la mobilità che ad ondate hanno colpito i lavoratori.

Quando tutto questo sembrava superato, col conseguimento di importanti commesse per l’estero, con l’acquisizione di un portafoglio ordini di 480 milioni di €, e se non proprio il paradiso almeno si presentava un futuro finalmente fatto di prospettive, occupazione e lavoro per diversi anni, ecco che ci troviamo davanti un nuovo problema assurdo, paradossale.

A causa dei tagli in finanziaria al trasporto ferroviario, l’amministratore della Cargo, il ramo di Trenitalia che si occupa del trasporto merci, ha deciso di ridurre il trasporto merci, decretando per la Sardegna la totale eliminazione del servizio. Sancendo di conseguenza l’impossibilità per Keller di continuare la sua attività nello stabilimento di Villacidro. Trattando l’isola non come una regione con pari dignità delle altre regioni italiane, ma come una regione di serie B. Tutto questo in un momento critico dal punto di vista politico, con un governo uscente interamente occupato a gestire la normale amministrazione sul quale è più difficile fare pressioni ed ottenere ascolto e premere per la revoca di questa decisione.

Oggi la Keller con 300 dipendenti diretti, con altri cento nelle ditte d’appalto ed una filiera di piccole e medie imprese sarde, che per essa lavorano, è una realtà importante di questo territorio, è quella realtà che potrebbe permettere di sanare almeno una piccola parte degli sfregi e degli scippi che questo territorio ha subito, scippi che si chiamano: SNIA, con migliaia di posti di lavoro persi, SCAINI, con la peggiore privatizzazione ENI che si sia vista in Italia, AVIOTECH, un progetto mai realmente partito e nato esclusivamente per avere accesso a finanziamenti pubblici.

Oggi i lavoratori della Keller vedono pregiudicare il loro posto di lavoro non da una crisi aziendale, non dalla mancanza di lavoro o dall’incapacità aziendale di stare sul mercato! Oggi quel posto di lavoro viene messo in pericolo da una decisione che offende tutti i Sardi e che penalizza la nostra isola con effetti negativi sulla sua capacità di sviluppo e di crescita.

È per questo che la RSU ha deciso di chiamarvi a raccolta, per portare avanti una lotta che non può essere solo dei lavoratori Keller. Che deve coinvolgere non solo il sindacato ma anche le associazioni datoriali, i politici e i sindaci, la chiesa e la cittadinanza di questo territorio. Bisogna mettere in piedi una vertenza che, facendo pressione sul governo e su Trenitalia, deve puntare alla cancellazione di un provvedimento che insulta e penalizza la Sardegna e va contro le direttive CEE che vorrebbero favorire il passaggio dal trasporto merci su gomma a quello su ferrovia..

Noi vi chiediamo di essere al nostro fianco in una lotta che impedisca alla nostra isola di fare un ulteriore passo indietro nel trasporto merci, e che permetta ai lavoratori della keller di continuare a fare il lavoro che sanno fare bene e con orgoglio, contribuendo a creare sviluppo e crescita nella nostra regione. Perché di crescita e sviluppo ha bisogno la Sardegna e non di nuovi operai in cassa integrazione e nelle liste di mobilità.