Dopo il problema Keller, l'azienda metalmeccanica che produce carrozze ferroviarie, messa in crisi dalle scelte sbagliate del Governo e di Trenitalia che tagliano la tratta ferroviaria merci su rotaia (Goilfo Aranci Civitavecchia), momentaneamente accantonato perchč il provvedimento č stato sospeso fino al 1 giugno, un'altra vertenza importante per i metalmeccanici, senza pace.
Essa riguarda la Bridgestone, l'azienda di Macchiareddu, di proprietā di una multinazionale giapponese, che produce steel cord (cordicelle per i pneumatici).
Da tempo c'č una vertenza tra lavoratori e azienda in quanto la proprietā vorrebbe modificare l'organizzazione del lavoro, costringendo i lavoratori, di fatto, a lavorare per 11 ore giornaliere, senza contare i tempi del trasferimento casa lavoro. Trincerandosi dietro problemi di concorrenza internazionale, la Confindustria e l'azienda hanno affermato, nel corso di un incontro tenuto presso l'assesorato all'industria con la dr.ssa Rau, che o si applica, entro il 31 marzo prossimo, il piano presentato dall'azienda, o la Bridgestone sposterā le produzioni altrove. Un vero e proprio ultimatum č stato definito dai rappresentanti della Cisl presenti all'incontro (Fabrizio Carta, Mimmo Contu, Marco Angioni e Giancarlo Sanna). Di fatto dei 5 punti del piano (nuovi investimenti, nuovi standard produttivi,revisione del sistema premiante, riduzione organico con incentivi e nuove turnazioni) sono gli ultimi due a destare forti preoccupazioni sia nel sindacato di categoria che in quello confederale. L'azienda, per bocca dell'amministratore delegato Yamada, ha denunciato una forte crisi dovuta all'andamento del mercato internazionale, ha ricordato che, nonostante gli investimenti cospicui fatti, vi č un passivo aziendale che č stato sanato attraverso una ricapitalizzazione. C'č un surplus di offerta di steel cord e, nonostante l'aumento del costo delle materie prime, il prezzo delle cordicelle d'acciaio č in picchiata. Gli investimenti, secondo Yamada, non garantiscono un ritorno economico.
Il nocciolo del problema sta nell'orario giornaliero che l'azienda, a titolo sperimentale a suo dire, vorrebbe applicare ai lavoratori. Un tipo di turnazione applicato, sempre secondo l'azienda, in altre aziende in Italia, in Giappone e in America.
La Cisl e la FSM hanno dichiarato la propria disponibiltā ad esaminare le proposte aziendali, ma non possono accettare deroghe al contratto nazionale, di tale portata, anche tenendo conto che l'obiettivo primario č quello di tutelare la sicurezza e le condizioni del lavoro.
La Cisl si č detta d'accordo con l'assessore per le preoccupazioni espresse in merito al proseguimento dell'attivitā di una delle poche aziende metalmeccaniche del territorio e per le pesanti ricadute occupazionali che potrebbero determinarsi a causa della "fuga" di Bridgestone dalla Sardegna. Hanno invitato dunque l'azienda a revocare l'ultimatum e a riprendere il dialogo, senza pregiudiziali. A seguito di questo intervento , al quale si č uniformato tutto il tavolo, č stato deciso di riprendere il confronto il 25 marzo nella sede della Confindustria e a sospendere gli scioperi giā programmati. Resta inteso che i meccanici e i confederali cercheranno di difendere l'occupazione (da queste proposte aziendali si possono perdere circa 50 posti di lavoro) e la sicurezza del lavoro, sempre richiamata a parole da tutti, ma sempre messa in secondo ordine, rispetto alle mere esigenze produttive.