E’ di dominio pubblico, da diverse settimane, che la situazione attraversata dal Terminal Container di Cagliari e dalla società che lo gestisce è indubbiamente difficile ed è innegabile che i lavoratori ed il sindacato siano preoccupati per il futuro del Porto.
Tuttavia, dal recente incontro avuto nella scorsa settimana con i vertici di CONTSHIP ITALIA, Cecilia Battistello, Rag.Marcucci e dott. Bartelloni e dall’amm.re delegato CICT Alessandro Becce, sono emersi alcuni spiragli di luce che vanno valorizzati e che, ci auguriamo, siano concretizzati nei prossimi giorni.
L’impegno assunto a Roma dal gruppo è stato anche quello di fornire alle oo.ss. una rapida informazione nel momento in cui si dovessero concludere contratti. Già nella giornata di mercoledì, infatti, si potrebbe avere qualche notizia su possibili traffici intercettati verso il porto di Marsiglia ma diretti al terminal cagliaritano.
Non crediamo che serva il disfattismo, ma occorre fare squadra a livello territoriale tra forze sociali e politiche per rilanciare l’attività di una infrastruttura che è costata tante risorse economiche, finanziarie ed umane alla collettività sarda. Lo sviluppo del porto è un tassello irrinunciabile per nuova occupazione e nuova ricchezza per Cagliari e per la Sardegna, anche in virtù di una possibile nascita della zona franca fiscale.
Non a caso, la Battistello, nell’incontro citato, ha fatto presente che la CONTSHIP crede fortemente nelle potenzialità del porto cagliaritano, sia perché ci sono state risposte molto positive da parte del territorio, nel suo complesso, (Istituzioni, Autorità portuale, Sindacati, Imprese) ma soprattutto da parte dei lavoratori che costituiscono un patrimonio di professionalità ed esperienza irrinunciabili. Il tessuto sociale non inquinato costituisce, inoltre, una ricchezza che pochi altri porti del Mediterraneo possono vantare.
Di questo atteggiamento aziendale, ne sono prova gli investimenti fatti in questi ultimi mesi, pur in assenza di volumi sufficienti a remunerare il capitale e gli azionisti; evidentemente, il gruppo li ritiene recuperabili nei prossimi mesi, visto che nessun imprenditore privato butterebbe i soldi dalla finestra.
Il Terminalista e tutto il gruppo sono alla ricerca spasmodica di altri partner a livello internazionale che possano sopperire alla ritirata della Maersk, in modo da incrementare i volumi e far ripartire la funzionalità del porto.
In attesa dei risultati, la CONTISHIP, come ribadito nei comunicati scorsi, ha previsto un’ultima data per il 12 o 13 giugno 2008, nel quale verranno assunte le definitive decisioni conseguenti: in attesa di quell’appuntamento, l’azienda si è impegnata a lasciare le cose inalterate e garantire la continuità lavorativa per tutti i dipendenti diretti e dell’indotto ( CLP e ITERC ) , così come richiesto espressamente dalla delegazione sindacale.
La stessa Battistello, ci ha assicurato che fino a quella data i lavoratori sono tutti nella stessa barca e si garantiranno i livelli occupazionali.
La Fit e la Cisl ritengono opportuno che, fino a quella data, le aziende che operano nel Terminal Container assumano un comportamento coerente con quanto concordato con la CONTSHIP a Roma, evitando di assumere provvedimenti traumatici.
E’ palese che, in tutte le sedi, (Regione Sarda, Ministero, Autorità Portuale), il sindacato si attiverà per fare fronte comune e per fare in modo che il Porto Container di Cagliari ritorni ai volumi di traffico raggiunti e, possibilmente, li superi. Per questo è necessario concretizzare gli investimenti previsti per l’infrastruttura, puntare sulla risoluzione del problema della continuità territoriale delle merci, integrare l’attività del porto industriale con un polo logistico e intermodale. sarebbe intollerabile per il territorio la perdita di 400 posti di lavoro di lavoratori qualificati e formatisi con grandi sacrifici.
Ma è anche vero che se si dovesse arrivare al peggio, ci si attiverà per attivare tutte quelle forme di ammortizzatori sociali per mantenere i livelli occupazionali: