10/06/2008
Un'analisi della situazione occupazionale della provincia di Cagliari.
Nella sezione documenti Cisl, si può trovare un'analisi elaborata dalla Cisl di Cagliari, relativa all'occupazione nella provincia di Cagliari. Sono stati presi in esame i dati (2004 2007) dell'ISTAT relativi ai tassi di occupazione, attività, disoccupazione, popolazione residente. I dati sono stati paragonati a quelli regionali e nazionali.
Rimandando alla lettura dell'intero documento, la ricerca evidenzia:
- Un forte invecchiamento della popolazione (che pur aumenta).
- Un aumento del tasso di occupazione, ancora ben lontano dai parametri nazionali, specie per quanto riguarda l'occupazione femminile.
- Una diminuzione del tasso di disoccupazione (anche questa ben lontana dai dati nazionali).
- Una stasi nel tasso di attività dovuta al fenomeno dello scoraggiamento.
- Un addensamento della tipologia dell'occupazione nel settore dei servizi (specie quelli deboli) e una percentuale di occupazione nell'industria nettamente inferiore alle regioni italiane più ricche.
Alcune considerazioni:
Che la popolazione invecchi non è una novità e il fenomeno non può neanche essere considerato negativo: vivere di più è di per sé positivo. Tuttavia, significa anche che le giovani coppie hanno difficoltà a far nascere i figli soprattutto per effetto della crisi economica e occupazionale, soprattutto in termini di sicurezza. Inoltre, una società di anziani (tipico è il caso della città di Cagliari che tende allo spopolamento ed ha un indice di vecchiaia elevatissimo), presuppone la necessità che la società e le Istituzioni siano organizzati per dare risposte nel campo dei servizi sociali e sanitari, della non autosufficienza e, in genere, che lo stato sociale sia efficiente. progredite.
In conclusione:
La distanza dei dati della provincia di Cagliari rispetto a quelli nazionali è del tutto evidente. I miglioramenti del tasso di occupazione e la diminuzione di quello di disoccupazione sono ben distanti dai dati nazionali e la componente femminile raggiunge risultati molto negativi, rispetto alle medie nazionali: ciò evidenzia la mancanza di politiche di genere e la debolezza del mercato del lavoro cagliaritano, caratterizzato dalla prevalenza di servizi a basso valore aggiunto, con possibilità occupazionali accaparrate dagli uomini.
La stazionarietà del dato relativo alle forze lavoro, inoltre, nonostante l’aumento della popolazione, che però ha un indice di vecchiaia rilevante, si riflette sulla diminuzione del tasso di disoccupazione e certifica il senso di scoraggiamento nella ricerca di lavoro.
Inoltre, i dati rilevati dall’ISTAT attestano il ritardo della nostra economia, specie con riguardo alla percentuale di occupazione nell’industria e, in particolare, nell’industria in senso stretto, nettamente inferiori a quelli nazionali. Altro dato che dimostra il ritardo del nostro sistema produttivo.
Al di là dei dati statistici, la situazione occupazionale del territorio cagliaritano non appare positiva.
La Cisl ritiene pertanto, in sintonia con CGIL e UIL, dirilanciare la vertenzialità nel territorio nei confronti della regione e del Governo, anche al fine di inserire nella riscrittura della intesa istituzionale di programma, alcune proposte che interessino lo sviluppo del territorio.
E' anche indispensabile, per sostenere il reddito e il potere d'acquisto dei pensionati e dei lavoratori, attivare tavoli di confronto con il sistema degli enti locali su prezzi e tariffe dei servizi sociali e sulla tassazione locale.
Tutto ciò mentre si profila la possibilità che vengano investite grosse somme per alcuni progetti importanti: la riqualificazione di Sant’Elia, il Betile, la cittadella sanitaria, la metropolitana leggera, Tuvixeddu. Ebbene non si può rischiare di perdere queste risorse a causa di contrasti politici o, peggio, di bottega, tra le Istituzioni. Il rilancio dell’economia dell’area vasta e del suo capoluogo è propedeutico per l’intera Regione e necessita dell’iniziativa congiunta delle forze sociali, politiche ed economiche.