Sulle pagine dell'Unione Sarda è comparsa la notizia di un accordo tra alcuni call center e il movimento "Zona deprecarizzata". In merito i segretari di CGIL CISL UIL (Mimmo Contu per la Cisl) hanno inviato un comunicato stampa:
Comunicato stampa
Apprendiamo con stupore, dalle pagine dell’ Unione Sarda di eri, che è intervenuta la sottoscrizione di un accordo tra alcune Aziende operanti nel settore dei Call Center e il “movimento Zona Deprecarizzata”.
Nell’articolo di stampa si fa esplicito riferimento al settore di attività “outbound” e a uno schema di “contratto tipo del lavoratore autonomo” che pongono una serie di questioni sulle quali sono, a nostro modesto giudizio, necessari alcuni approfondimenti.
Cgil, Cisl, Uil, unitamente alle categorie sindacali firmatarie del CCNL delle Telecomunicazioni, categoria fortemente impegnata nel normare contrattualmente questo grande fenomeno Nazionale, negli ultimi due anni, sono state in prima linea attivando interventi sulla materia: dall’avviso comune firmato da Cgil, Cisl,Uil Nazionali, Confindustria e Ministero del Lavoro, la successiva Circolare n°17/06 alle più recenti Circolari n°4 e n°8/2008, sempre del Ministero del lavoro agli strumenti per la trasformazione delle collaborazioni in lavoro subordinato inserite nella Legge Finanziaria n°296/2006 e prorogati fino al prossimo 30 settembre 2008 con la Legge n°31/2008 (ex D.Lgs. 248/2007) alle recenti sentenze emesse in materia dalla Suprema Corte di Cassazione (sezione lavoro, sentenza 9812).
Proprio per la disponibilità di tali strumenti, e per le indicazioni contenute nelle Circolari, che evdinziano per chi svolge lavoro in un call center con l’obbligo di osservare un orario, utilizzando strumenti e l’ambiente messi a disposizione dal datore di lavoro, il diritto ad un contratto di tipo subordinato, abbiamo sempre ritenuto necessaria un’attività d’informazione e di coordinamento come quella svolta dalla DRL e dalla DPL di Cagliari, per favorire, anche attraverso una precisa mappatura delle situazioni presenti sul territorio, i percorsi di trasformazione e di stabilizzazione.
Siamo consapevoli che , eccetto per le attività “inbound”, ben pochi sono stati gli accordi tendenti alla trasformazione delle collaborazioni e in occasione della presentazione (novembre 2007) dei dati di sintesi dell’attività di vigilanza ispettiva, ci è stata illustrata una situazione di non utilizzo genuino di tali tipologie contrattuali numericamente consistente, quasi 1.300, relative tutte al settore dell’outbound.
Tali dati, unitamente alle situazioni che giornalmente verifichiamo e a quanto emerso in queste ore, rendono evidente che permane nel territorio e nel settore in questione un ricorso – quasi generalizzato – all’utilizzo delle collaborazioni, nonostante gli interventi anche di natura sanzionatoria.
Pertanto,ribadiamo il nostro stupore che, un movimento sindacale che fonda la propria esistenza sulla lotta alla “ precarietà” pubblicizzi un accordo in netta controtendenza al raggiungimento di una stabilità e al riconoscimento dei diritti dei lavoratori, richiamata molto chiaramente dalle leggi e circolari succitate, rendendo di fatto strutturale la forma precaria anziché privilieggiare forme contrattuali subordinate, vedi legge 30 e decreto attuativo 276, che sono tante e che la fantasia di questa nuova classe “imprenditoriale” emergente, fra le 42 soluzioni previste dall’inserimento al lavoro, utilizza quella più povera, che ha meno diritti, ma sopratutto quella più inadeguata in base alle leggi vigenti.
Le organizzazioni sindacali hanno formalizzato, in data odierna, una richiesta d’incontro alla Direzione Provinciale di Cagliari per una analisi congiunta di quanto accaduto.
Cagliari, 18 Giugno 2008