Circa cinquecento persone hanno risposto all’appello lanciato dalla Pastorale del lavoro, CISL, UIL, Sardegna solidale, ACLI, CARITAS, per partecipare alla seconda giornata della solidarietà per la povertà in Sardegna. Alla bella manifestazione, purtroppo in parte ostacolata dal maltempo, ha aderito anche la CGIL, il che rappresenta un fatto positivo perché ricostruisce, su questa problematica, l’unità del Sindacato.
IL DOCUMENTO DEI PROMOTORI
Le organizzazioni promotrici sono anche quelle che, l’anno scorso, hanno chiesto e ottenuto dalla Giunta Regionale, l’istituzione dell’Osservatorio regionale sulle povertà. “L’osservatorio deve fungere da antenna sociale, deve essere un sensore attivo in grado di percepire necessità, bisogni, desideri dei cittadini in difficoltà, dando voce a questi ultimi nell’elaborare e formulare suggerimenti, segnalazioni, linee di orientamento da sottoporre all’attenzione dei responsabili delle istituzioni e degli organismi pubblici, affinché attivino politiche permanenti – non assistenziali – di inclusione e di coesione sociale.” Queste sono le parole con le quali la Giunta istituiva appunto l’Osservatorio.
E’ necessario dare visibilità e voce alle persone che sperimentano una condizione di povertà che deriva dalla mancanza di un reddito sufficiente per se stessi e per la propria famiglia, da un’esclusione che tocca i diritti e le possibilità di partecipazione. L’antenna sociale deve saper ricevere e raccogliere i segnali di disagio sociale e trasformarli in proposta e messaggio.
Il Problema “mancanza di lavoro” è esploso in forma gravissima: è un vero e proprio bollettino di guerra. Il comparto industriale è in forte crisi in tutti i siti della Sardegna, dal polo chimico a quello tessile a quello metallurgico. E anche il comparto agro pastorale denuncia le proprie sofferenze.
Il costo dell’energia e dei trasporti e la concorrenza internazionale mettono a dura prova il modello di sviluppo.
Per tanti lavoratori e tante famiglie si stanno spalancando le porte della mobilità e della cassa integrazione e si incrementerà il numero di coloro che vivono in condizioni di povertà economica, sociale, esistenziale.
Me l’elenco delle cause e dei problemi non può tranquillizzare la coscienza di nessuno. Non si tratta di fatti ineluttabili.
La disuguaglianza è il frutto di scelte sbagliate e inaccettabili, di impostazioni inique che consentono ad alcuni di arricchirsi in modo spudorato e condanna altri alla miseria scandalosa.
Certo, la Regione ha i conti disastrati e occorre impegnarsi per migliorarli. Ma quale famiglia lascia morire di fame i propri figli pur di far tornare i conti ? Perché non provare a fare i conti, partendo dagli ultimi e garantendo a questi i diritti di vita e di cittadinanza ?
“Ripartire dagli ultimi” è un principio che ci è particolarmente caro ! Se questo avvenisse i conti anziché dai numeri comincerebbero dalla persone. L’impostazione corretta è: le persone prima dei numeri.
Ma chi sono gli ultimi ?
L’elenco è lunghissimo: i disoccupati, le presone in mobilità, coloro che vivono sotto la soglia della povertà assoluta o sotto la soglia di povertà relativa, i pensionati al minimo, i beneficiari di pensioni o assegni sociale, gli invalidi, i tossicodipendenti, i carcerati, gli immigrati….
Per questi motivi è necessaria un’ulteriore discussione sul documento di programmazione economica regionale sui temi del “piano per il lavoro”, “formazione professionale, “servizi all’infanzia”, “trasporti”.
Introno a questi temi, i componenti dell’Osservatorio delle povertà raccolgono manifestazioni del disagio sociale e vedono il rischio di creare nuove forme di povertà.
Ecco perché si è organizzata questa seconda giornata della solidarietà per la povertà, in continuità con la prima svoltasi a Laconi nel 2004.
Il messaggio di riferimento rimane quello di Sant’Ignazio da Laconi, per il suo esempio di povertà e disponibilità verso i poveri. Per questo conserviamo Sa Bertula che abbiamo consegnato al Presidente Masala il 5 aprile del 2004.
In linea con i temi che abbiamo richiamato, invitiamo la Giunta Regionale a inserire nella Finanziaria un capitolo di 1,00 € per l’Osservatorio delle povertà come segno di attenzione a questo strumento.
Per questo, come simbolo, è stato scelto il paese di Baradili, il più piccolo comune della Sardegna, come simbolo dell’impoverimento e dello spopolamento.
PASTORALE DEL LAVORO CISL UIL SARDEGNA SOLIDALE ACLI CARITAS