Il problema sicurezza rimane ancora alla ribalta, nonostante le nuove normative, sicuramente avanzate, i convegni, gli impegni presi da tutti.
Quando però si passa dalla teoria alla pratica, si scava un solco profondo. E' quello che accade nell'ente bilaterale artigiano sardo, nel quale sono stati elaborati programmi di formazione rivolti ai lavoratori, vi è un impegno forte dei RLST, ci sono i fondi, stanziati da INAIL e dall'Ente bilaterale, ma non si riesce a partire, perchè le aziende non segnalano i nominativi di chi deve partecipare. In questo modo si vanificano gli sforzi tesi a ridurre gli infortuni sul lavoro che, nell'area delle piccole imprese e dell'artigianato, sono piuttosto frequenti. E, si badi bene, qui non si tratta di iniziative punitive, ma di azioni concertative che mirano ad aiutare l'imprenditore e il lavoratore a formarsi e informarsi.
Perciò le segreterie di CGIL CISL UIL hanno scritto nuovamente, dopo la prima lettera del 17 aprile scorso, sollecitando un intervento:
Testo della lettera a CGIL CISL UIL regionali, EBAS, CNA, CONFARTGIANATO, CASA, CASARTGIANI.
A parere delle scriventi segreterie, è fondamentale che i rappresentanti del comparto artigiano si assumano, insieme alle Organizzazioni sindacali, la responsabilità di creare un sistema di relazioni capaci di influenzare il processo economico locale e nazionale, al fine di garantire un futuro sia ai lavoratori che alle aziende artigiane, data anche la rilevanza che esse ricoprono nell’economia del nostro territorio.
Questa premessa vuole significare lo spirito e le aspettative con cui le confederazioni sindacali hanno intrapreso il lavoro all’interno dell’OPTA di Cagliari. In ogni iniziativa si è cercato di coniugare la necessità di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori con le oggettive difficoltà degli imprenditori artigiani di fornire, al riguardo, un livello accettabile di garanzie. In quest’ottica sono stati individuati e preparati RLST in grado di svolgere il compito assegnatogli dalle norme vigenti, e nel contempo di fornire un supporto agli artigiani, in larga parte impreparati in una materia complessa e delicata, quale quella della sicurezza nei luoghi di lavoro.
La nostra lettera del 17/04/2008 voleva rappresentare la disponibilità a lavorare in comune accordo per concretizzare e rendere effettivo l’impegno sulla sicurezza, e nel contempo chiedeva la rimozione degli ostacoli che impediscono di portare a compimento le iniziative assunte dall’OPTA di Cagliari, garantendo un’effettiva operatività.
Tale documento, purtroppo, non ha ricevuto la necessaria attenzione poiché non sono stati ancora forniti all’OPTA i nominativi delle aziende associate, impedendo l’attivazione dei corsi di formazione rivolti ai lavoratori ed agli stessi artigiani, finanziati dal fondo EBAS e dall’INAIL, il quale ha sollecitato più volte l’attivazione degli stessi.
Questo atteggiamento ci appare incomprensibile e contraddittorio: si concedono all’OPTA i fondi necessari per la sua attività, ma si praticano comportamenti che ne impediscono l’effettivo utilizzo, e nel contempo si danneggiano gli stessi artigiani, poiché, dalle visite effettuate dai RLST, è emerso che molti di loro attribuiscono molta responsabilità delle carenze presenti nelle loro aziende, allo scarso, o del tutto assente, supporto ottenuto in materia di sicurezza.
In un tale contesto è fondamentale che le organizzazioni artigiane assumano l’impegno di condurre la totalità delle aziende artigiane all’interno dell’EBAS, garantendo le risorse necessarie per costruire un sistema capace di fornire un adeguato supporto ai lavoratori ed alle aziende artigiane. A tal fine è indispensabile che le riceventi comunichino ai loro associati che l’adesione all’Ente Bilaterale Artigianato è prevista dal contratto, e quindi obbligatoria, e che in assenza di tale adesione vi è l’obbligo di sottoscrivere un’assicurazione nominativa, quindi più onerosa, che garantisca quei servizi e quei diritti che l’EBAS riconosce e garantisce ai lavoratori delle aziende ad essa associate.
Sono trascorsi quasi dodici anni dall’Accordo interconfederale del 3/9/1996, e un’attenta analisi del lavoro svolto ci porta ad affermare che i risultati conseguiti sono da considerare largamente insufficienti.
Chiediamo quindi un incontro con i responsabili della struttura regionale EBAS e con le associazioni, al fine di verificare se sia possibile costruire un percorso che dia effettiva attuazione agli accordi sottoscritti.
In attesa di vostre comunicazioni, porgiamo i più cordiali saluti.