14/07/2008
Porto Container di Cagliari: il commento della FIT
Fit-Cisl: non sarà «la revoca della concessione a risolvere i problemi né tantomeno una lunga gara internazionale con tutti i rischi che ne potrebbero derivare»


Il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, nel corso di un incontro avuto venerdì scorso con i lavoratori portuali della CLP di Cagliari, ha sottolineato come l'ente regionale creda nella crescita del porto di Cagliari. «Vogliamo fare tutto il possibile per aggiungere servizi a quelli esistenti - ha detto Soru - e far crescere così il livello di competizione». «Oggi - ha aggiunto - una difficoltà è rappresentata dal fatto che il porto di Cagliari non è legato in maniera stabile con gli altri porti del Continente. Noi stiamo facendo di tutto per cancellare il monopolio Tirrenia, mettendo anche soldi per comprare le navi e superare la situazione che vede ogni giorno 400 Tir attraversare la Sardegna da sud a nord, trasportando merci dall'area di Cagliari al porto di Olbia, senza che le strade e il porto si possano più permettere di sopportare questo traffico».


Il presidente della Regione ha evidenziato la necessità di raggiungere due obiettivi: riportare a Cagliari il traffico ro-ro, specializzando quello di Olbia come porto turistico e passeggeri, e attrarre le navi cosiddette “giramondo” nel porto canale cagliaritano. «Abbiamo bisogno - ha detto Soru - di un terminalista che lavori bene e sia capace di attrarre traffici. La Regione vuole finanziare il secondo banchinamento e vuole che ci siano due operatori. Ho chiesto all'Autorità Portuale di individuare una società di consulenze che ci dia una mano per trovare noi stessi i clienti in giro per il mondo. Le banchine valgono oro adesso in Italia».


Infine Soru ha annunciato che la Regione e l'Autorità Portuale stanno lavorando per insediare nell'avamporto di Cagliari società industriali legate alla cantieristica e, di fronte alla necessità di affrontare la situazione contingente dei portuali in cassa integrazione, ha suggerito alla compagnia portuale di fare ricorso al fondo di rotazione previsto dalla Finanziaria per una anticipazione delle risorse necessarie in accordo con l'Inps.


Ieri, in una nota, la Fit-Cisl ha sottolineato la propria amarezza per le continue contraddizioni sulle sorti del porto canale, vicenda che - ha rilevato il sindacato - da un lato è utilizzata per attaccare il presidente Soru e alcuni esponenti regionali e dall'altro viene cavalcata dalla stessa Regione, che - ha precisato il segretario regionale Fit-Cisl Porti e Servizi Portuali, Corrado Pani - «fino a ieri era rimasta a guardare, malgrado i continui solleciti delle parti sociali di attivare tavoli di confronto, mai fatti», mentre ora - ha aggiunto - «la sentiamo sponsorizzare cambi di destinazione d'uso del terminal e il ricollocamento su tali aree dell'attività delle merci su navi ro-ro, pur, consapevoli, dei grossi problemi che abbiamo sulla 131 per il trasporto gommato. Ora, la ciliegina sulla torta, con la dichiarazione che oramai sarebbe già avviata la procedura della revoca della concessione».


Secondo la Fit-Cisl, non sarà infatti «la revoca della concessione a risolvere i problemi né tantomeno una lunga gara internazionale con tutti i rischi che ne potrebbero derivare quali il blocco della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e l' immediata mobilità per tutto il personale dipendente». Il sindacato - ha aggiunto Pani - «tantomeno sposa tesi di qualche esponente regionale nel spendere ulteriori soldi per la realizzazione di banchine o favorire la concorrenza tra terminalisti».


Fit-Cisl ha evidenziato la necessità di finirla con «solo e semplici illazioni» ed ha viceversa rimarcato «l'impegno del terminalista e del gruppo Contship che, nonostante i problemi che conosciamo, si è impegnato a garantire i livelli salariali di 195 lavoratori per diversi mesi».


Fit-Cisl ha concluso chiedendo «un immediato e autorevole intervento da parte di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione ad intraprendere ogni necessaria iniziativa affinché il regime di zona franca venga a tutti i costi individuato nell'isola per favorire tutte le iniziative economiche, incentivando l'utilizzo dei servizi, l'esportazione e il consumo di beni prodotti o trasformati in Sardegna con adeguate misure di defiscalizzazione, incentivi finanziari, servizi reali», sottolineando come «tutto ciò sia indispensabile alla riqualificazione di attività in crisi».