Una nota del coordinatore della Cisl del Medio Campidano, Sergio Concas, pone l'accento sulla precarietà vissuta dai lavoratori socialmente utili della Provincia del Medio Campidano. Si rischia che ai circa 65 lavoratori non si possano dare risposte concrete per la stabilizzazione.
NOTA STAMPA SUI LAVORI SOCIALMENTE UTILI DEL MEDIO CAMPIDANO
Si aggrava sempre più la situazione dei Lavoratori Socialmente Utili del Medio Campidano.
Il processo di stabilizzazione del lavoro, che avrebbe dovuto dare un consistente contributo al superamento della precarietà, dopo i primi interventi, ha avuto un incomprensibile arresto, a causa della scarsa disponibilità delle Amministrazioni Comunali a ricercare risposte lavorative.
Proprio nel momento in cui la Regione ed il Governo hanno messo a disposizione nuove risorse finanziarie e strumenti che agevolano le operazioni di stabilizzazione del lavoro è venuta meno la disponibilità delle amministrazioni Comunali nei confronti dei lavoratori che, per tredici anni, hanno garantito, con le loro prestazioni a costo zero, indispensabili servizi per la comunità, coprendo così le reali carenze di organico.
Nella provincia del Medio Campidano ci sono ancora 67 Lavoratori Socialmente Utili, meno i 15 più 5 che l’Amministrazione provinciale dovrà stabilizzare, che si troveranno esclusi dalla possibilità di avere un lavoro stabile. Una situazione veramente grave se si considera che la Legge Finanziaria dello Stato prevede il superamento dei Lavori Socialmente Utili a fine dicembre 2008 e, per quanto si è potuto apprendere, eventuali proroghe escluderebbero i lavoratori della Sardegna.
Questa situazione il Sindacato del Medio Campidano l’ha affrontata unitariamente con tutte le Amministrazioni Comunali interessate, ma con scarsi risultati: tutti gli Amministratori coinvolti,da una parte, manifestano attenzione ma senza atti conseguenti che modifichino la condizione di precarietà dei lavoratori.
I tempi diventano stretti e bisogna fare in modo di arrivare al 31 dicembre 2008 con soluzioni che mettano fine all’esperienza dei Lavori Socialmente Utili ma attraverso un lavoro stabile.
Per questo è necessario riprendere il confronto con le Amministrazioni Locali, compresa la Provincia che, nonostante gli impegni presi, ancora non ha proceduto alla stabilizzazione dei lavoratori interessati, per verificare tutte le possibilità esistenti per trovare una soluzione verso un lavoro stabile e scongiurare l’altra del senza lavoro e della miseria.
Questo obiettivo va perseguito rilanciando la mobilitazione che dovrà vedere impegnati i Sindacati con i Lavoratori, con la consapevolezza che i risultati arriveranno se saremo capaci, come abbiamo sempre dimostrato, di mettere in piazza il malessere della gente con la caparbietà e la determinazione dei lavoratori.
Certamente in tre mesi sarà molto difficile stabilizzare tutti i lavoratori, però occorre determinare le condizioni per dare continuità di intervento durante i prossimi mesi.
A tal fine è necessario completare le stabilizzazioni già programmate, e per questo va sollecitata la Regione a mettere a disposizione le risorse già definite.
Occorre che il Governo conceda la proroga dei Lavori Socialmente Utili, mettendo a disposizione risorse fruibili, superando tutti gli ostacoli che ancora impediscono le Amministrazioni Locali di attuare le stabilizzazioni.
Un impegno simile va richiesto alla Regione, con la riconferma della disponibilità delle risorse, e con il sostegno tecnico nei confronti di quelle Amministrazioni prive di uffici adeguati.
Questi punti saranno oggetto di confronto con i lavoratori per rilanciare l’iniziativa e la mobilitazione da qui alla fine dell’anno.