16/09/2008
Nuova Sardegna del 13 settembre:intervista al segretario generale della Cisl di Cagliari, Fabrizio Carta
LA NUOVA SARDEGNA
SABATO, 13 SETTEMBRE 2008
Pagina 1 - Cagliari
«Ripartiamo dalla rinascita del porto»
Fabrizio Carta segretario generale della Cisl: «Dobbiamo dare una spallata alla crisi»
Messaggio chiaro agli amministratori pubblici: «Più vicini ai problemi reali»
CAGLIARI. Superare gli schieramenti e scegliere una strategia comune che finalmente migliori il “sistema cagliariano” fino a renderlo vivibile. È questa la filosofia della campagna d’autunno del segretario generale della Cisl cagliaritana, Fabrizio Carta, per rilanciare il territorio e allontanare la crisi. Dopo la pausa estiva, riecco i problemi di sempre: l’invecchiamento della popolazione, la scarsa qualità del lavoro concentrato quasi tutto nel settore terziario (e non sempre avanzato) e nei servizi, gli ancora bassi tassi di occupazione nell’industria, la crisi infinita delle aziende agroalimentari, la ridotta qualità del sistema scolastico, formativo e universitario, con una percentuale di laureati ancora bassa e, nonostante questo, continuano a essere scarse le opportunità per i laureati spesso impiegati in lavori lontani dal titolo di studio raggiunto. Il precariato è pagato a caro prezzo: la fuga dei cervelli. - Comincia la campagna d’autunno: da dove? «Dall’ottimismo - dice Carta - con la riapertura dei traffici al porto canale. È una novità positiva che va consolidata. Il peggio potrebbe essere passato. Siamo passati dalla crisi più nera con il blocco totale dei traffici, dovuto alle scelte degli operatori internazionali, in pratica la Maersk, alla conseguente cassa integrazione straordinaria per 400 lavoratori della Cict, della Iterc e della Compagnia Portuale e poi c’è stata la svolta, con l’annunciato rilancio per metà settembre». - Che cosa è successo in pratica? «Oggi la Contship ha firmato contratti con diversi operatori ed è un fatto positivo perché il porto non lavorerà con più su un solo committente, la Maersk appunto, e il traffico dovrebbe ritornerà ai volumi di un anno fa, con il richiamo al lavoro dei lavoratori. Tutto questo è una boccata d’ossigeno per la città, la Provincia, Sardegna. Non voglio neanche pensare a cosa sarebbe accaduto senza i nuovi contratti, lo dico a voce bassa: il dramma sociale». - Di chi sono i meriti del rilancio del porto? «Come al solito le vittorie hanno molti padri. Meglio sorvolare e concentrarsi invece su quello che da oggi in poi possono fare istituzioni locali e forze sociali per rendere stabile la ripresa del lavoro. La costituzione della zona franca, che sembra finalmente diventare realtà, potrebbe essere un fatto di grande rilievo. Perché consentirebbe di lavorare le merci in città, anche se per fare questo bisognerà migliorare ancora il retroporto, con snodo ferroviario e investimenti importanti nelle infrastrutture». - Nuovo ruolo per il porto canale, dunque? «Il porto deve essere considerato una grande opportunità per la Sardegna e di questa occasione devono convincersi tutti, a partire dalla Regione, accantonando sterili campanilismi. Dal porto container, dalle autostrade del mare e da un nuovo bacino di carenaggio possono arrivare imput positivi per il rilancio». - Gli annunciati investimenti manderanno al tappeto la crisi economica? «Il Betile, la riqualificazione di Sant’Elia, Tuvixeddu, Metropolitana leggera e pesante sono i segnali giusti. Ma purtroppo su questi temi anziché registrare convergenze e spirito sinergico tra le istituzioni, specie Regione e Comune e forze sociali e imprese, abbiamo rilevato conflittualità assurde che rischiano di compromettere grandi investimenti e risorse. Il sindacato che, peraltro non è mai stato coinvolto direttamente nei progetti, ritiene che le idee buone debbano essere valorizzate insieme alla salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale di Cagliari. Bocciare un progetto come quello del Betile solo per motivi politici è sbagliato. E allo stesso tempo invece per Tuvixeddu è positivo che qualche impresa abbia firmato la pace con la Regione, accettando aree edificabili alternative». - I politici. Proprio da Cagliari il Papa ha chiesto una nuova classe dirigente più vicina ai problemi della gente e lo ha sollecitato non solo ai cattolici. «La visita è stata un evento eccezionale dal punto di vista spirituale e sociale. L’ormai noto messagio di Benedetto XVI per la nascita du una nuova classe politica spero risvegli le coscienze. Gli amministratori pubblici oggi più che mai hanno un dovere quotidiano: affrontare e risolvere i problemi che i cittadini vivono 365 giorni all’anno». - A proposito di problemi quotidiani: i trasporti. Garantire la mobilità dei cittadini e dei lavoratori è una priorità. Il Comune punta molto sui parcheggi in centro. «Il flusso di auto che giornalmente attrae Cagliari è enorme. L’organizzazione per la visita papale dimostra che c’è la possibilità di ridurre il caos del traffico, aumentando i parcheggi di scambio e favorendo così il mezzo pubblico per poi mettere in rete il Ctm col metrò delle Fds». - C’è un parcheggio che non farebbe? «Quello di Marina Piccola. Due le perplessità: sarebbe utilizzato solo poche settimane all’anno e sarà l’ennesimo pugno in faccia per il Poetto». - Turismo: questo è il futuro? «Lo sviluppo e il costante crescere del traffico passeggeri all’aeroporto è evidente e in questo hanno avuto un ruolo i voli low cost: bisognerebbe però accertare quanto attraggono i turisti stranieri, quelli che portano ricchezza, o se invece i low cost siano utilizzati più dai residenti per andare all’estero. Lo stesso aumento del traffico crocieristico rischia di portare pochi benefici se non inserito in un sistema in cui ognuno, privato e pubblico, si integrano». - I prezzi. Cagliari è una città con un tasso di inflazione purtroppo molto alto e la nuova povertà sembra inarrestabile. «I lavoratori e i pensionati cagliaritani soffrono per il caro vita e caro-tariffe molto più che in altre regioni e anche rispetto alle piccole comunità dell’interno. È veramente paradossale che in una città come Cagliari, con il record di supermercati per abitante, l’inflazione sia così alta. Un pensionato o un lavoratore che percepisce 500 euro mensili (e ce ne sono tanti) sta molto peggio a Cagliari che in altre comunità». - Prospettive? «Nonostante la rinascita del porto e gli investimenti della Saras nell’area industriale di Sarroch, siamo preoccupati: i tassi di occupazione sono bassi, specie quello femminile (38,7 per cento meno della percentuale regionale e di quasi otto punti inferiore al valore nazionale). E ancora: la disoccupazione non diminuisce e, soprattutto, è scarsa la qualità del lavoro e ciò non consente di dare risposte e speranze ai giovani, specie se laureati. Nuova povertà e precarietà sono i nemici che quest’autunno dobbiamo saper sconfiggere. Subito».