19/09/2008
La Sicurezza sul lavoro in Sardegna: il documento del CREL.
Il CREL SARDEGNA ha elaborato un documento sulla sicurezza in Sardegna, avanzando alcune proposte di merito da inviare alla Regione. Il documento è stato presentato in una conferenza stampa ed illustrato dal Presidente del CREL, Gino Mereu, e dal consigliere Fabrizio Carta, in rappresentanza Cisl. Il documento (il testo lo trovate su questo sito alla sezione altri documenti) è abbastanza schematico ed è il frutto delle riflessioni che i componenti del CREL hanno fatto, tenendo conto di quanto emerso nei due seminari, svoltisi nel 2008, che hanno visto snodarsi i contributi di numerosi esperti, professori, tecnici, sindacalisti, rappresentanti delle aziende.
Il problema Sicurezza in Sardegna si pone alla stregua di quanto accade nel resto dell’Italia, sia pure con alcune specificità date:

·Dalle dimensioni ridotte delle aziende in Sardegna, rispetto alle altre Regioni.
·Dal proliferare di fenomeni quali il lavoro nero o grigio.
·Dai fenomeni di povertà assoluta e relativa e di precarietà piuttosto diffusi a causa della debolezza del tessuto economico e sociale dell’Isola.
* Dall'alta percentuale di lavoro autonomo soprattutto in settori come l'agricoltura.

Dal punto di vista percentuale, negli ultimi anni, si registra in Sardegna una diminuzione del numero degli infortuni sul lavoro, ma non regredisce il numero degli infortuni mortali, al contrario di quanto avviene in campo nazionale.
Altro fenomeno è quello che il 75% degli infortuni mortali si verifica o sulla strada o in itinere.
A questo proposito il CREL ha sottolineato l’importanza di politiche adeguate non solo all’interno del posto di lavoro, ma nella società nel suo complesso e, in particolare, ritiene assolutamente necessaria una politica che favorisca l’utilizzo del mezzo pubblico per i trasporti casa – lavoro, con investimenti forti sulla viabilità, sul trasporto su rotaia e sul trasporto collettivo pubblico e privato.

Numerosi studiosi intervenuti nei due convegni hanno rappresentato l’esigenza che, per stare bene in fabbrica e negli uffici, bisogna intervenire anche sull’ambiente, sulle strade, sulla società nel suo complesso, incentivando stili di vita sani.

Pare comunque assurdo che, con i progressi della scienza e della tecnologia moderne, vi sia un così alto numero di morti sul lavoro. Questo rappresenta un costo enorme pagato, in definitiva, dalla società nel suo complesso.

SINERGIA

La legislazione italiana è sicuramente di prim’ordine e deve essere solo applicata, tuttavia la strada maestra per affrontare in modo adeguato il problema “Sicurezza” è quella di agire in modo sinergico tra Istituzioni e forze sociali (imprenditori e sindacato), valorizzando il ruolo della bilateralità che è ritenuto uno dei cardini attraverso il quale cercare di risolverlo.

Le parole chiave, a parere del CREL, sono:

·La cultura, l’informazione e la formazione, l’addestramento, la Prevenzione, il Controllo.

Sulla base di queste parole d’ordine, sono state messe in fila alcune proposte operative per la Regione Sardegna.
I punti delle proposte sono 15 (si rimanda alla lettura del documento).
1.Costituire, da subito, il Comitato regionale di coordinamento della sicurezza, in relazione a quanto previsto dall’articolo 7 del decreto legislativo 81/2008. di esso dovrebbero far parte gli Enti preposti, i datori di lavoro, le OO.SS. e deve esercitare le funzioni di programmazione coordinata degli interventi. Raccordo con il comitato nazionale, nonché fungere da collegamento con la realtà sarda a partire dai Comuni.
2.Potenziare la prevenzione, la vigilanza e il controllo, rafforzando anche gli organici degli Enti preposti. Aggiornare anche il piano sanitario lacunoso su questo particolare aspetto e delineare una strategia complessiva, raccordando maggiormente l’attività degli assessorati alla Sanità e al Lavoro tra di loro.
3.Promuovere iniziative culturali nella scuola e nell’università.
4. Favorire politiche del lavoro che impediscano il ricorso al lavoro nero e riducano l’area della precarietà. (spesso esiste l’equazione lavoro nero, sommerso, atipico= minor rispetto della normativa sulla sicurezza.
5.Raccordare i dati e le informazioni delle banche dati esistenti, con costruzione di un software comune tra i vari enti.
6.Buone prassi.( messa in rete e paragone tra le diverse esperienze).
7.Procedere all'elezione dei rappresentanti della sicurezza, favorire la formazione e l’informazione non solo d’aula ma anche nel concreto.
8. Sviluppare il ruolo degli enti bilaterali, prvedendo anche interventi finanziari a favore delle aziende artigiane che investono in sicurezza. Rendere effettiva la costituzione degli OPTA in ogni provincia sarda.
9. Incentivare la premialità per le aziende virtuose.
10. Investire, appunto sulla Viabilità e favorire l’utilizzo del mezzo pubblico da parte dei lavoratori.
11. Attuare politiche di genere anche nell'ambito della sicurezza perchè spesso la condizione femminile, che è specifica e peculiare, è messa da parte. Su questo il CREL ritiene importante sviluppare studi e ricerche.

In conclusione, secondo il CREL, la prevenzione rappresenta la questione più importante, mentre la funzione risarcitoria per i lavoratori, deceduti o gravemente infortunati, peraltro già affidata agli enti previdenziali e ad eventuali rivalse nei confronti delle aziende, in caso di loro responsabilità, potrebbe essere affrontata, come fatto, in alcuni enti bilaterali quale quello del lavoro somministrato con la stipula di apposite assicurazioni privatistiche, ma regolamentate dagli stessi enti bilaterali, anziché attraverso meccanismi di erogazione finanziaria diretta alle vittime degli infortuni.

Questo concetto va rovesciato in positivo: indubbiamente l’aspetto dell’applicazione delle sanzioni e quello ispettivo da soli non risolvono la questione sicurezza. Il CREL ritiene necessario che si costituisca un sistema integrato di controlli, conosciuto ed efficiente, la cui principale finalità sia quella di conoscere il territorio intervenendo per verificare, indicare, sostenere e, quando necessario, sanzionare. Le aziende e i lavoratori devono essere consapevoli che esiste una “ragionevole” possibilità di essere controllati, e l’accertamento da parte del servizio di vigilanza, diventando un fatto ordinario, contribuirebbe alla auspicata crescita culturale.

E’ necessario, infine, un impegno comune di tutti: dalle aziende ai sindacati, agli enti previdenziali e di controllo, alle ASL, alla Confindustria, all’API, alle organizzazioni agricole, artigiane e cooperativistiche, al sistema degli enti bilaterali, ma anche ai Comuni e alle province. Senza sinergie e senza il raccordo della Regione Sarda, non ci potranno essere risultati.