TRATTATIVA CONFINDUSTRIA CGIL – CISL – UIL SU RIFORMA CONTRATTAZIONE
1° Ottobre 2008
Dopo molti incontri dal mese di giugno, nell’incontro odierno sono state discusse le richieste sindacali, previste dalla nostra piattaforma, di modifica del documento di Confindustria del 12 settembre u.s. Alla fine dell’incontro, con le risposte date dalla Confindustria si è configurato un quadro molto avanzato rispetto alla proposte del documento CGIL – CISL – UIL sui singoli punti.
CCNL
Al posto dell’inflazione programmata dal Governo viene previsto un nuovo indicatore previsionale
triennale per l’inflazione basato sull’Indice Armonizzato Europeo (IPCA) con una correzione che
riguarderà esclusivamente l’inflazione da l’energia importata.
Si è stabilita una verifica degli scostamenti tra l’inflazione prevista e gli andamenti effettivi che darà
luogo ad un recupero entro la vigenza del triennio contrattuale, aumentando i minimi tabellari.
Elemento molto importante è la definizione che gli aumenti contrattuali definiti dai CCNL
decorreranno dal primo giorno successivo alla scadenza del contratto precedente.
Resta ancora da chiarire solamente il problema della base di calcolo, in particolare per quei contratti che hanno già stabilito delle soluzioni.
SUL SECONDO LIVELLO DI CONTRATTAZIONE
Viene stabilita la piena legittimità del II livello di contrattazione a livello aziendale o alternativamente
territoriale, secondo le previsioni contrattuali.
Si richiederà congiuntamente al Governo di incrementare e rendere strutturale la decontribuzione
(che deriva dal Protocollo Welfare) e la detassazione degli aumenti salariali di II livello.
E’ stato chiarito nell’incontro odierno un miglior funzionamento di questo livello di contrattazione.
Elemento di garanzia retributiva.
Per chi non effettuerà la contrattazione di II livello o non avrà avuto aumenti negli ultimi 4 anni, è previsto un elemento di garanzia retributiva, la cui quantità sarà definita dai singoli contratti da erogare sempre nel triennio contrattuale.
Sul punto controverso delle cosiddette sanzioni, si è chiarito in modo inequivocabile che eventuali
controversie applicative delle regole stabilite verranno affrontate con procedure di raffreddamento e
conciliazione tra le parti sindacali e datoriali che, se non risolte prima, potranno arrivare fino ad un arbitrato, sempre regolato dalle parti.
Eventuali decisioni dell’arbitrato non potranno in nessun caso riguardare lavoratori o delegati ma solo le organizzazioni sindacali e datoriali nella più esplicita reciprocità.
Sulla base di questi elementi la Cisl ha espresso un giudizio positivo sull’avanzamento del confronto e sulla possibilità che si arrivi ad un incontro per la stesura di un documento finale condiviso da tutte le parti, nel corso del quale si potranno meglio definire i pochi elementi ancora da chiarire. L’incontro si terrà il prossimo
10 ottobre.
Sul tema dell’allargamento del confronto con le altre organizzazioni datoriali proseguiranno da parte sindacale
i confronti già avviati per arrivare ad analoghe condizioni; contemporaneamente anche Confindustria incontrerà le Associazioni datoriali per discutere e rendere omogenei i contenuti del confronto.
Si potrà così rapidamente arrivare alla richiesta di un confronto con il Governo per impegnarlo direttamente
sulla riforma del modello del settore del pubblico impiego e per fargli assumere decisioni vincolanti sulla
detassazione e la decontribuzione dei salari di II livello per tutti i settori, compreso i pubblici.
E’ ancora lontana la posizione della CGIL, incomprensibilmente alla luce degli indubbi avanzamenti che offre
la Confindustria. La Cgil pare infatti non voglia arrivare comunque ad un accordo e un ripensamento sembra
improbabile anche se da noi auspicato.
Il giorno 10 p.v. è previsto probabilmente un ultimo incontro con Confindustria per il quale dobbiamo essere ben preparati a fronte di eventuali contrasti all’interno del Sindacato. Da parte nostra, sarà difficile avallare un ennesimo stallo delle Relazioni industriali con Confindustria, a fronte con una crisi economica che
sembra volgere al peggio e con la rarefazione e le difficoltà nelle relazioni industriali con le altre Associazioni datoriali e controparti pubbliche. Queste ultime, crediamo invece, possano convenire con un accordo nel
“tradizionale tavolo di riferimento” che abbia più vigore ed efficacia.