Relazione consiglio Ust del 4 dicembre 2008 (versione pdf nella sezione documenti)
SITUAZIONE NAZIONALE
Stiamo vivendo una fase difficile dal punto di vista economico e politico.
E’ esplosa, a partire dai mesi scorsi, una gravissima crisi che ha coinvolto le banche e i mercati finanziari globali. I governi si sono mossi con inaspettata velocità e determinazione e sono riusciti ad evitare il fallimento di importanti istituzioni finanziarie, fatto che avrebbe potuto travolgere milioni di risparmiatori.
Tutto ciò però può portare ad un calo nella concessione dei crediti alle imprese e alle famiglie ed a rallentare, per questa via, lo sviluppo dell’economia reale. I redditi delle famiglie saranno ridimensionati di sicuro e ciò ridurrà la capacità di spesa e la propensione al consumo delle famiglie, peraltro già in calo.
Tutte le previsioni statistiche dicono che la stagnazione dell’economia durerà a lungo e non si sa quando la curva dei consumi familiari ed individuali potrà tornare a salire, non certo prima di un anno e mezzo.
La crisi mondiale già morde l’Italia e morderà ancora di più la Sardegna.
I dati sull’andamento del PIL sono stazionari da anni ed ora indicano risultati negativi: quindi la ricchezza non aumenta ed è difficile distribuirla e mantenere le promesse fatte in campagna elettorale di ridare fiato agli stipendi e alle pensioni, già magre.
I dati macroeconomici si modificano rapidamente, ma, purtroppo, non sono mai positivi.
Siamo passati da un’inflazione galoppante ad una sua diminuzione dovuta però, quasi essenzialmente ad una forte caduta dei consumi. Il barile del petrolio, arrivato fino a 140 dollari, ora è sceso sotto i 50. La benzina verde giunta fino a 1,6 euro al litro, ora si attesta sul 1,15. Ma la situazione per le famiglie non è migliorata !!
La recente manifestazione di ZURI e l’ultimo convegno svoltosi al Mediterraneo, nonché il recente seminario organizzato dalla FNP di Cagliari, ci hanno fatto capire come aumenta la povertà in Sardegna: ben 40000 sono i poveri sotto la soglia di povertà relativa (970 euro di reddito mensile per due persone), mentre le risposte in termini di servizi sociali in Italia ed in Sardegna non appaiono sufficienti.
Insomma, tutto ci dice che siamo di fronte ad una recessione, nella quale continuano a pagare i più deboli, i precari, i pensionati a basso reddito, mentre la qualità del sistema di protezione sociale (vedi gli ammortizzatori sociali) è bassa e si assiste ad una ripresa del lavoro nero e dell’evasione fiscale.
Abbiamo fatto il consiglio generale, alla presenza di Santini, circa 40 giorni fa e non voglio ripetere quanto detto in quell’occasione. Mi limiterò a rimarcare quanto accaduto in queste poche settimane.
A livello nazionale
· Sciopero della scuola: C’è stato un grande sciopero unitario con manifestazione a Roma ed un corteo molto partecipato anche a Cagliari. Al di là del merito della riforma Gelmini, il Governo ha messo mano al sistema scolastico, non per fare una riforma ma per tagliare, per risparmiare, attraverso un decreto legge. Sbagliato il metodo perché le riforme non si fanno senza confronto con le parti sociali, sbagliati i contenuti che rischiamo di pregiudicare la qualità della scuola, oltreché di tagliare migliaia di posti di lavoro, specie dei precari. Qualche risultato e qualche correzione si è visto dopo lo sciopero e ciò dimostra come la lotta e le proteste pagano. In più, le manifestazioni sulla scuola possono essere un momento di recupero del rapporto con gli studenti e con i giovani. Apprezzo la decisione del segretario nazionale della Cisl Scuola che ha mantenuto la barra ferma e non si è fatto condizionare da alcuno. Sulla scuola, sulla ricerca, sulla formazione non bisogna tagliare, ma investire. Ce lo insegna quanto accaduto di recente in una scuola torinese, nella quale è morto un ragazzo travolto da un crollo. Ma la massima parte delle nostre scuole è fatiscente ed occorrerebbero forti investimenti.
· Revoca dello sciopero all’Università: qualche remora la devo esporre invece sulla revoca dell’ultima ora all’Università, anche se probabilmente è stata dettata non tanto dalle aperture del ministro alle istanze del sindacato, quanto ad una tattica, forse giusta, di non far coincidere la manifestazione dell’università con quella della sola CGIL contraria alla firma del contratto di lavoro.
· Firma del contratto di lavoro degli statali: altro episodio molto importante è stata la firma separata del contratto degli statali, nonché il proseguimento delle trattative per la riforma del modello contrattuale. Si sta arrivando verso una conclusione di una vicenda che dura da troppi anni. Nel frattempo vi è la condanna di applicare un sistema contrattuale (quale quello del luglio 93) che penalizza i salari ed il recupero dall’inflazione. L’applicazione dell’IPCA, la triennalità dei rinnovi, il rilancio della contrattazione di secondo livello, l’applicazione a tutti (pubblici e privati) sono risultati che portano un po’ di fieno in cascina dei lavoratori.
· Ci sono stati aspri scontri con la CGIL a livello nazionale anche in vista di uno sciopero nazionale generale previsto per il 12 dicembre prossimo e sulla base di incontri separati di CISL e UIL con il Governo. E’ in ballo un diverso modello di sindacato: uno puramente rivendicazionista e orientato politicamente ( quello della CGIL), il nostro invece fondato sulla partecipazione. Abbiamo due ideologismi contrari ma uguali nel loro radicalismo: quello di Berlusconi che disconosce il ruolo delle forze sociali, quello della Cgil che non firma a prescindere, perché il quadro politico nato dalle elezioni non gli va bene.
· In merito all’adozione dei provvedimenti da parte del Governo per fronteggiare la situazione, la Cisl ha diramato un documento nel quale, come sempre, dà un giudizio articolato sulla manovra.
· Sostanzialmente il decreto 185 del 28 novembre scorso ha approvato un pacchetto di misure anticrisi a sostegno delle famiglie, del lavoro e dell’occupazione e dell’impresa. Sicuramente si poteva fare di più: in un momento di depressione economica è necessario sostenere i consumi, mentre il Governo non ha inteso superare il limite del 3% nel rapporto deficit/Pil come avvenuto in altri Paesi, con la giustificazione dell’entità del debito pubblico, pari al 105%. Sarebbe invece opportuno, per la Cisl, superare quel vincolo e rilanciare investimenti infrastrutturali e produttivi.
· Si può dire che il provvedimento è una prima misura, ma che non è sufficiente perché sarebbe invece importante intervenire a favore di lavoratori e pensionati e per le famiglie in difficoltà. E’ opportuno battersi perché la manovra (6,3 miliardi di euro) sia migliorata nel corso del dibattito parlamentare.
· Nel merito c’è un BONUS FAMIGLIA (da 200 a 1000 euro) una tantum a seconda del reddito e del numero dei componenti il nucleo familiare. I beneficiari saranno circa 8 milioni di persone (15% dei lavoratori, 30% dei pensionati)
· Fissazione di un tetto del 4% per i mutui a tasso variabile sulla prima casa, con copertura da parte dello stato della quota eccedente.
· Blocco dei pedaggi autostradali e tariffe ferroviari e di altre tariffe per forniture abituali (escluse acqua etc).
· Un fondo di credito agevolato per supportare le spese connesse alle esigenze dei primi anni di vita del bambino.
· Detassazione salario di produttività, reso strutturale e applicabile a redditi che arrivano alla quota di 35000 euro di reddito massimo e da 3000 a 6000 del salario agevolato fiscalmente al 10%, con estensione ai lavoratori comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico: prima passo verso l’estensione a tutti i dipendenti pubblici.
· Ammortizzatori sociali in deroga. Oltre 1 miliardo di euro, con accesso da parte anche di apprendisti, somministrati e di settori non ricoperti (artigianato, servizi purché con intese territoriali). Estensione indennità ordinaria disoccupazione ai lavoratori servizi, artigianato. Misura specifica per i COCOCO.
· Sostegno alle imprese e Riprogrammazione dei fondi F.A.S.
· Aumento IVA SKY: sostanzialmente giusto il provvedimento, è però inficiato dal noto conflitto di interessi del Premier.
· Bisognerà rilanciare nel 2009 il recupero del potere d’acquisto delle pensioni, portare a compimento la riforma del modello contrattuale, affrontare e portare ulteriori risorse al fondo per la non autosufficienza. Per quanto riguarda la spesa in infrastrutture e investimenti, al di là della cifra, sarebbe opportuno poterla accelerare realmente.
A livello regionale
· Le dimissioni del presidente Soru sono gravi perché, mentre la politica litiga spesso per futili motivi, si ritarda l’approvazione della legge finanziaria e di provvedimenti importanti a favore dell’occupazione. Ciò determina lo stallo della politica e della finanziaria, con ritardi e danni per i lavoratori e le famiglie più povere per le quali la Cisl chiede da tempo provvedimenti ad hoc. Anche la conferenza sul lavoro che pure è importante sembra quasi arrivare all’ultimo suono della campanella.
· La Cisl quindi è orientata a proclamare uno Sciopero regionale contro il Governo e contro la Regione per la crisi dell’industria, l’aumento della povertà, i servizi sociali insufficienti, lo scadimento dell’istruzione e della formazione: bisogna richiamare le istituzioni alle loro responsabilità.
A livello provinciale
· L’ultimo è caratterizzato da alcuni fatti negativi: La crisi dell’Enichem ha effetti anche sul sito di Assemini mentre si registrano rallentamenti negli investimenti della SARAS, con forti tensioni nel comparto metalmeccanico degli appalti e con gli scioperi dei giorni scorsi.
· Alcuni tagli della Finanziaria nazionale (Riduzione del 17% dei finanziamenti ai Teatri Lirici) e la riduzione dei fondi per i lavoratori ex LSU impegnati nelle scuole (da 375 milioni a 110) comporta rischi gravissimi per centinaia di persone.
· Si aggiunge ora la crisi di Tiscali con 250 esuberi, mentre la riduzione di addetti alla Telecom (9000 dipendenti in campo nazionale) potrebbe ripercuotersi negativamente sui tanti call center che operano in provincia.
Nonostante il periodo non facile e gli attacchi concentrici, che si sono riversati sulla Cisl, il nostro sindacato tiene come dimostrano i buoni risultati nelle elezioni delle RSU nelle Poste (50% dei seggi), a Gemini (1° sigla per voti)e ad HG3 (circa 80 voti praticamente da zero). Ciò dimostra l’impegno profuso dalle categorie, impegno premiato dai risultati.
· E tuttavia occorre raddoppiare gli sforzi perché è necessario il confronto assembleare con gli iscritti sulle tematiche generali, per spiegare bene le posizioni della Cisl. Durante i precongressi, si dovrà parlare di questo.
Conclusioni
Questo è l’ultimo Consiglio Generale della Ust di Cagliari e del Medio Campidano. Ultimo di quest’anno, ma ultimo anche di una storia, pur recente, che ha visto uniti due territori per 16 anni e ha visto lavorare insieme, con fatica e impegno due dirigenze sindacali.
Nel 1981 la costituzione della Ust con il progetto 80, nel 1993 la chiusura avvenuta non solo per decisione della USR di allora, ma anche, bisogna dirlo, a causa della crisi economica, in specie dell’industria, con tante aziende chiuse ed all’incapacità di alcune Federazioni di strutturarsi nel territorio.
Con il Congresso del 2005 e con la nascita della nuova provincia del Medio Campidano, ora si ridà vita alla struttura sindacale autonoma. Ecco, l’abbiamo detto da diverso tempo, per far crescere la nuova UST occorre una nuova mentalità, occorre operare in modo nuovo e diverso dal passato. Sinergia tra Federazioni e Confederazione, agilità della struttura organizzativa, ramificazione nel territorio dovranno essere le caratteristiche dell’azione sindacale.
Nasce una nuova era sindacale, con preoccupazioni ma anche con tante speranze e sono certo che se si lavorerà insieme, si raggiungeranno ambiti traguardi. Si pensi solo che in Ogliastra a fronte di 57000 abitanti ci sono 12500 iscritti, mentre nel Medio campidano meno di 8000 a fronte di 104000 abitanti.
La Cgil, tanto per fare un paragone, dichiara oltre 13000 iscritti ed i raffronti con nostre Federazioni ci dicono che, se vogliamo essere conseguenti con quello che affermiamo ed, in particolare, con l’obiettivo di essere vicini ai lavoratori e agli iscritti nelle zone periferiche, dobbiamo rilanciare la nostra presenza non solo a Cagliari (e ce ne è bisogno) ma anche nel Medio Campidano. Ci sono spazi enormi di sindacalizzazione e di proselitismo.
Per ragioni ideali e pratiche, ci saranno ancora rapporti molto stretti tra le due UST e, ci auguriamo, un forte apporto economico e politico da parte della USR.
VOGLIO COGLIERE L’OCCASIONE PER RICORDARE con affetto e con tristezza due quadri sindacali recentemente scomparsi: si tratta di Marco Scroccu della FSM e di Giovanni Spiga della Cisl scuola formazione. Ci hanno dato tanto, con modestia e con grande passione e sacrificio personale.
Ci avviamo ai due congressi che sono sempre momenti appassionanti di confronto di idee e a volte anche di contrapposizione, sempre democratica, dai quali deve uscire la nuova dirigenza o deve essere confermata la vecchia. Sicuramente il confronto sarà e deve acceso, anche se civile e corretto, come è nella nostra tradizione.
Da tempo, si dice che nella Cisl la dirigenza delle UST e delle federazioni debba essere scelta sulla base del “merito” e di quello che si è fatto dal punto di vista politico/sindacale e non su basi di opportunità politica, perché la Cisl è un sindacato pluralista e di questo dobbiamo farne vanto e costituire la nostra caratteristica.
Ecco mi auguro che questo avvenga nelle Federazioni, nella UST di Cagliari e del Medio Campidano, a tutti i livelli.
Non voglio parlare di rinnovamento – sarei il meno indicato a farlo !! - tuttavia non sempre l’età giovane è sinonimo di modernità e di adattamento al nuovo, anche perché – come ha detto di recente un politico – la gioventù non è data dall’età anagrafica ma dal tempo che ci rimane da vivere !!! Ed allora il rinnovamento deve essere accompagnato dall’entusiasmo, dalla voglia di lavorare, dall’impegno a rimuovere le incrostazioni che spesso ci sono nella Confederazione e nelle Federazioni e che spesso facciamo finta di non vedere per la “buona pace” o solo per qualche interesse di bottega.
Noi ci avviamo al Congresso, con risultati organizzativi e politici di tutto rilievo che cito molto brevemente per titoli:
· Una tenuta sostanziale, se non una crescita degli iscritti; oggi superiamo, sia pure con le tessere speciali delle associazioni, i 40000 iscritti.
· Una forte presenza organizzativa molto capillare del patronato e del CAF con la realizzazione dell’unificazione con quello regionale (fatto che sta cominciando a dare i suoi frutti a partire dal 2008), ed un miglioramento della qualità e della gamma dei servizi;
· Un incremento dell’attività delle associazioni e degli enti, con l’affermarsi dell’ANOLF, dell’ADICONSUM, del SICET, la nascita dell’ETSI, la creazione di uno sportello informatico, preso ad esempio dalla Regione Sarda, con affiancato un centro di orientamento al lavoro; Un rilancio dell’ufficio vertenze, con due nuove convenzioni con due studi legali diversi.
· Un programma di corsi di formazione e di seminari di tutto rispetto; quattro i corsi di due giornate su vari temi (mercato del lavoro, storia della Cisl, servizi, sicurezza, Medio campidano); numerosi i seminari (università e qualità del lavoro, comunicazione, immigrazione, mobbing, sanità, flessibilità e sicurezza, incontri sul Medio campidano) di un giorno e le tre sere (vertenze, sicurezza); tanti gli esecutivi ed i consigli generali, alcuni svolti anche in forma seminariale alla presenza di segretari confederali.
· Un’attività unitaria di tutto rispetto, pur rallentata negli ultimi tempi a causa dei dissapori nazionali, culminata con attivi importanti e partecipati sul referendum sulla Costituzione, sulla sicurezza, sulla piattaforma territoriale e con la tenuta delle conferenze stampa unitarie di inizio anno.
· Una presenza sulla stampa ed una rete informativa, ampliata anche attraverso l’utilizzo delle mail e lo sviluppo del sito della Cisl di Cagliari che ha circa 1300 visitatori mese e circa 350 iscritti alla mailing list: spero che questo sia in visto in termini di sviluppo della partecipazione e non in termini di propaganda.
· Prese di posizione accurate e puntuali sulle vicende del lavoro e della società sia a Cagliari che nel Medio Campidano, anche pestando i piedi, se necessario, ai potenti di turno.
Tutto ciò per dire che stiamo lavorando in un sindacato vivo, nonostante quello che può pensare l’opinione pubblica, presente nel tessuto connettivo della società cagliaritana e del Medio campidano e che abbiamo il dovere di non disperdere questi risultati, ma di migliorarli, con l’impegno di tutti.
Sarei naturalmente un ipocrita se dicessi che sia andato sempre tutto bene. Ma per una segreteria nata quasi per scherzo il 1° di aprile del 2005, tra tante polemiche e contrasti, ciò è forse anche troppo.
Stiamo invece arrivando alla meta dei quattro anni, grazie al vostro contributo e alla vostra partecipazione.
Nelle prossime settimane, ci saranno confronti anche aspri, che non ci devono spaventare, purché tutto avvenga alla luce del sole e con il rispetto delle persone. Sono sicuro che dalla dialettica e dalla democrazia interna non si potrà che progredire nell’interesse degli iscritti, della nostra associazione e dei lavoratori.
Arrivederci al prossimo congresso.
Il Segretario Generale
Fabrizio Carta