Riconferma del segretario generale FISTEL Alessandro Gardelli, mentre la segreteria sarà composta anche da Angelo Cocco, Alessandro Milia e Alberto Manunza.
Il testo della Mozione finale:
L’assemblea congressuale della FISTel Cisl, riunita a Cagliari il 18 Marzo 2005 presso l’Hotel Quadrifoglio, pone in luce il cambiamento di scenario politico che impone una verifica attenta dei percorsi e delle alleanze, vitali per ottenere il raggiungimento degli obiettivi sindacali ma che al tempo stesso devono garantire il valore dell’indipendenza, dell’autonomia e della libertà che sono la storia stessa della CISL.
La solidarietà è un tema che emerge dalla realtà sociale in maniera sempre più importante e che la CISL ha da molto tempo nella propria cultura.
La felicità dei lavoratori si ottiene non solamente con l’azione diretta sulle condizioni lavorative ma anche sul benessere generale della società in cui viviamo.
Il ruolo della FISTel nel tempo, da sindacato di settore, è divenuto riferimento per tutto il comparto della comunicazione, che nella società contemporanea riveste importanza strategica
Le realtà aziendali hanno varie criticità, come quella dei lavoratori della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, in lotta assieme a tutte le altre Fondazioni a causa degli interventi legislativi che annullano la contrattazione e bloccano le assunzioni. Tutto questo è causato dalla cattiva gestione delle dirigenze e la risposta legislativa non risolve il problema ma taglia i salari e i posti di lavoro.
Nel comparto delle telecomunicazioni alcune realtà nei call center, come Inter-Team, H3G e SKY, continuano ad essere critiche. Qui le libertà sindacali ed il rapporto con i dipendenti debbono compiere ampi passi verso una corretta gestione. La FISTel sta lavorando su questi importanti capitoli con la convinzione che presto arriveranno risultati positivi, come in precedenza accaduto in Tiscali.
In ambito lavorativo la stessa “competizione interna” tra lavoratori risulta essere strumentalizzata a livello aziendale, al punto di indurre al timore che la “difesa dei diritti” degli stessi lavoratori venga percepita come fonte di estromissione dal normale percorso di crescita professionale, tanto da sfociare in certi casi in atteggiamenti molto vicini al mobbing.
Il problema delle relazioni tra sindacati è particolarmente difficile ma la FISTel ritiene che vada perseguita la strada dell’unità, che ha dato nel tempo i migliori risultati.
Tutte le realtà hanno evidenziato la necessità di continuare con gli strumenti già da tempo identificati dalla CISL come i più idonei per l’azione sindacale. La trattativa come principio cardine, la concertazione, l’informazione ed estrema soluzione lo sciopero.
Unitamente a queste azioni la FISTel evidenzia l’importanza di porre in essere anche altre forme complementari di protesta, anch’esse efficaci per far emergere nell’opinione pubblica la consapevolezza delle peculiari difficoltà di ogni singola azienda.
La positività negli interventi e la giovane età dei delegati presenti trasmettono un elemento di ricchezza capace di continuare nel tempo l’azione sindacale, quale ponte tra le diverse generazioni.
Approvato anche un ordine del giorno sulla situazione del Teatro Lirico.
I delegati al 3° Congresso Territoriale della Fistel-Cisl di Cagliari, svoltosi il 18 marzo 2005
hanno approvato all’unanimità il seguente
ORDINE DEL GIORNO
Il congresso provinciale della Fistel Cisl, riunitosi in data 18 Marzo 2005 sostiene e incoraggia i lavoratori della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari scesi in sciopero per due giornate assieme alle altre Fondazioni Italiane.
I problemi che affliggono le Fondazioni Lirico Sinfoniche sono quelli che tutto il mondo della cultura, della scuola e della ricerca sta soffrendo: la strutturale mancanza di fondi adeguati per svolgere il mandato di formare culturalmente i cittadini, conservare, mettere a disposizione e divulgare la cultura, investire in un settore che ha forti risvolti occupazionali.
A questi problemi generali si aggiunge la specificità della pessima gestione della dirigenza di molti teatri, con il drenaggio di ingenti risorse bruciate in eventi tanto appariscenti quanto brevi, nella disorganizzazione del settore, che vede la mancanza di sinergie e collaborazione tra diversi soggetti mancando così l’obiettivo della ripartizione delle spese, l’ingerenza della politica che designa i ruoli chiave senza tenere in considerazione le capacità ma rispondendo a logiche di schieramento.
L’emendamento Asciutti in discussione al Parlamento cerca di risolvere tutto questo con un colpo di scure ai salari dei lavoratori, svuotando di contenuti economici la trattativa di secondo livello e bloccando l’assunzione di personale per tre anni, indipendentemente dallo stato degli organici di ogni singola realtà.
I lavoratori delle Fondazioni, alla luce anche di quanto succede alla Scala di Milano, si ribellano e chiedono che il Parlamento ritiri l’emendamento che vanifica il tavolo trilaterale riaperto solamente da poche ore, che vede confrontarsi su questi problemi Governo, Dirigenza dei teatri e Rappresentanti dei lavoratori.