Un comunicato stampa, a firma delle segreterie della FSM e della Cisl, denuncia la grave decisione della Moby di chiudere, senza motivo, il bacino di carenaggio, oggi operante nella zona di Su siccu ed in procinto di essere trasferito nel Porto Canale. E' a rischio il posto di lavoro di decine di lavoratori esperti e professionalizzati.
Comunicato Stampa
Il giorno 16 /12 /08 si è tenuto presso la sede della Moby spa un incontro sindale durante il quale la D.A. dell’azienda di proprietà di Vincenzo Onorato, ha comunicato la volontà di voler procedere alla chiusura del bacino di carenaggio, sito nel porto di Cagliari, località Su Siccu.
Il bacino svolge la sua attività nel porto di Cagliari da circa tre decenni, occupa attualmente una ventina di lavoratori tra diretti ed indiretti, ed è l’unica struttura in Sardegna in grado di eseguire lavorazioni su imbarcazioni fino a tremila tonnellate di dislocamento e cento metri di lunghezza.
Tale decisione ha sorpreso la rappresentanza sindacale, anche perché negli ultimi tempi la categoria dei metalmeccanici FSM e la CISL di Cagliari erano impegnati, di concerto con l’azienda e con l’autorità portuale, per trovare una soluzione definitiva per il trasferimento del bacino, presso un’area, appositamente riservata, del porto canale di Cagliari.
L’azienda, fino a poco tempo fa, dichiarava che l’attività del bacino era un’attività di importanza strategica per la sua flotta di rimorchiatori.
La Moby di Vincenzo Onorato non ha fornito nessuna motivazione plausibile che giustifichi la scelta di dismettere una struttura che potrebbe offrire un importante servizio a tutto il traffico marittimo isolano.
La FSM e la CISL non si spiegano, dunque, quali siano le ragioni che hanno spinto la Moby alla cessazione dell’attività, anche in considerazione delle recenti dichiarazioni della proprietà, apparse sulla stampa locale, che facevano presagire ben altre iniziative. Evidentemente si trattava di pura propaganda, durata lo spazio di una mezza estate, senza nessuna idea dietro !
Un bacino di carenaggio potrebbe offrire alla marineria isolana il servizio di assistenza, riparazione e manutenzione e sarebbe fondamentale per il rilancio di un settore come quello navale, in un’isola al centro del Mediterraneo e che vuole giocare un ruolo rilevante nel traffico merci (e non solo), e che potrebbe essere un importante punto di riferimento per il rimessaggio della flotta dei pescherecci, delle motovedette della Capitaneria di porto, dei Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza e dei mezzi dei Vigili del Fuoco, costretti a rivolgersi presso strutture della penisola per la manutenzione dei loro natanti. Ci si attendevano maggiori investimenti per il rilancio dell’attività, piuttosto che l’inspiegabile decisione di cedere a terzi una così importante struttura, con un patrimonio di professionalità e di esperienza ultratrentennale delle maestranze.
La FSM e la CISL di Cagliari intendono richiamare l’attenzione, anche con iniziative di mobilitazione, del Comune di Cagliari, della Provincia, della Regione Sardegna e della stessa Autorità Portuale perché intervengano sull’imprenditore per far modificare tale decisione ed evitare che il bacino di carenaggio vada ad allocarsi in un altro porto italiano, lasciando la Sardegna e Cagliari. E’ gravissimo il fatto che altre decine di lavoratori, in una fase di crisi economica e finanziaria e di recessione, andranno, purtroppo, andranno ad implementare le liste di disoccupazione, ma è altrettanto grave la perdita di un’attività moderna che, se ben gestita, può portare ricchezza al territorio, perchè unica nel suo genere.
La FSM e la CISL di Cagliari lanciano perciò un appello alle Istituzioni e alle forze sociali perché intervengano con autorevolezza per scongiurare un simile epilogo.
Cagliari 19.12.2008