Tante cose importanti si sono verificate nel 2008: l’elezione di Obama alla presidenza degli Stati Uniti, il crollo delle borse mondiali, l’elezione di un nuovo Governo in Italia e, per scendere al livello locale, le dimissioni di Soru e, da ultimo, di Milia. E tante altre ancora….
Ma quattro cose voglio ricordare di quest’anno:
L’ennesimo morto sul lavoro nel cantiere di Sa Stria.
La recente alluvione verificatasi in diverse zone della Sardegna, ma soprattutto nella zona di Capoterra.
La visita del Papa a Cagliari.
L’aumento esponenziale della povertà, della disoccupazione e dell’insicurezza.
Di ognuno di questi fatti, si potrebbe parlare a lungo e mi sembra che ci indicano la strada da seguire.
La sicurezza deve essere al primo posto nel nostro impegno quotidiano perché è assurdo che si muoia ancora per il lavoro negli anni 2000. Una morte sul lavoro è una sconfitta per tutti noi e dobbiamo raddoppiare il nostro impegno specie nelle piccole aziende, anche se magari la stampa non fa tanto rumore in questi casi.
Gli infortuni sul lavoro non sono solo fatalità, come non lo sono le alluvioni che invece sono responsabilità dell’uomo, di tutti noi, di una società basata sul profitto, sull’egoismo, sul disprezzo dell’ambiente. Anche questo è un filone che dobbiamo seguire.
Coniugare lo sviluppo con il rispetto dell’ambiente deve diventare un imperativo categorico se vogliamo preservare il mondo e la qualità della vita ai nostri figli.
Ecco, il calo dei consumi (dovuto alla recessione) da fatto negativo, si può però prestare a qualche considerazione positiva. Non possiamo pensare ad una crescita infinita e allora può tornare in auge il cliché di una vita più modesta seppure dignitosa. Forse cogliere questo aspetto della crisi può trasformarsi in un fatto positivo.
Certo la fascia più povera della popolazione non può ridurre i consumi, perché quelli essenziali vanno salvaguardati ed, in questa ottica, bisogna pensare ad una equa e diversa distribuzione del reddito.
La visita del papa: certo, c’è stato qualche politico, con in testa, ma non solo, il presidente del Consiglio, che ha cercato di sfruttare l’occasione mediatica per mettersi in mostra. La passerella di Berlusconi, Soru, Floris è stato l’aspetto deteriore. Rimane il monito rivolto dal Pontefice alla classe politica e alla classe dirigente – anche quella sindacale – di pensare ai più poveri. E’ un insegnamento che dobbiamo fare nostro: non pensare a noi stessi ma ai più deboli perché il sindacato (ce l’ha insegnato Carniti) o è solidarietà o non è.
Infine, il problema dell’aumento delle povertà – in crescita anche a causa della crisi finanziaria.
Ebbene abbiamo partecipato alla manifestazione di Zuri, in un piccolo centro, ma la povertà, il disadattamento sociale, la solitudine si fanno sentire molto di più nell’area metropolitana di Cagliari.
Il problema delle pensioni basse, dei salari insufficienti , della disoccupazione, anche intellettuale sono problemi da affrontare e che abbiamo il dovere di cercare di risolvere.
Questo ed altro ancora è accaduto durante questo 2008.
Dobbiamo pretendere che la classe politica e le Istituzioni diano risposte, anziché ricorrere a crisi e a dimissioni tattiche o a scioglimenti forzati degli organismi. Non sempre avviene così. Ma lo stesso monito deve valere per noi:
Tra poche settimane ci aspettano i congressi: servono per selezionare, in modo sereno, la classe dirigente, ma devono anche servire per discutere di quanto dobbiamo fare per far crescere la qualità della vita dei lavoratori e dei pensionati e. così facendo, per far crescere la nostra organizzazione.
Se ognuno di noi, nel suo piccolo, agirà in modo positivo, possono nascere nuove speranze !!!
Buon anno a tutti !!!