In Italia otto pensioni su dieci sono al di sotto dei mille euro al mese. E quasi la metà non arrivano a superare i 500 euro mensili, mentre solo il 3,4% supera quota 2.000 euro, con quelle ”ricche” (oltre i 2.500 euro mensili) che rappresentano appena l'1,4% del totale. Lo stato di povertà della gran parte dei pensionati
italiani - verificato dal Censis all'inizio del 2008 - è messo nero su bianco nel Rapporto sulla ”Situazione sociale del paese”, secondo il quale risulta che su un totale di 14.194.714 trattamenti previdenziali ”una quota pari al 79% è al di sotto dei mille euro mensili” mentre ”le pensioni più ricche, oltre i 2.500 euro al mese, sono circa 205 mila”, vale a dire appena l'1,4% del totale.
In particolare, scorrendo i dati del Censis, emerge che sul totale delle pensioni Inps, al primo gennaio scorso, 1,361 milioni di prestazioni (pari al 9,6% del totale) arrivano ai 250 euro al mese mentre la maggior parte si attesta tra i 250 ed i 500 euro (4,82 milioni di prestazioni, pari al 34% del totale) e tra i 500 ed i mille euro mensili (circa 5 milioni, pari al 35,3%). Sono invece poco più di 1,8 milioni le pensioni oltre i mille euro ma che non superano i 1.500 euro mensili (il 13% del totale) ed il numero cala progressivamente con l'aumentare dell'importo: 670 mila quelle tra 1.500 e 2 mila euro (il 4,7%), 286 mila tra i 2.000 ed i 2.500 euro (il 2%) e solo 204.668 mila quelle ”ricche”, oltre i 2.500 euro mensili.
Le prestazioni più basse si registrano soprattutto tra gli autonomi, che però hanno pagato meno contributi rispetto ai dipendenti, per i quali la percentuale di coloro che sono sotto ai mille euro raggiunge quasi il 90% contro il 73% delle pensioni dei lavoratori dipendenti che rientrano in questa fascia. In particolare il maggior numero di pensioni risulta quello di vecchiaia (anzianità, vecchiaia, prepensionamenti) che vede oltre 5,6 milioni di prestazioni tra i lavoratori dipendenti per un importo medio individuale mensile di 955 euro e di oltre 3 milioni di prestazioni per i lavoratori autonomi (poco più di 706 euro al mese l'importo medio individuale). Sono dati, quelli del Censis, che confortano le rivendicazioni dei sindacati dei Pensionati, in particolare della Fnp-Cisl, che da anni chiedono, tra l’altro, la rivalutazione delle pensioni per controbilanciare la perdita di potere d’acquisto subita dagli assegni pensionistici negli ultimi anni che ormai ha superato il 30% del loro valore; e il finanziamento di un fondo nazionale per la non autosufficienza proprio per venire incontro ai bisogni delle famiglie che hanno in carico una persona ”non autonoma” dal punto di vista fisico senza però poter contare su alcun tipo di aiuto da parte della collettività.
"Articolo tratto da Conquiste del lavoro del 31.12.2008"